Le dimissioni di Nello Musumeci, il governatore della Sicilia, sono arrivate oggi, giovedì 4 agosto, su Facebook, con un videomessaggio che parafrasava così “Il 25 settembre in Sicilia si voterà anche per le Regionali, oltre che per le Politiche. Si tratta di una decisione sofferta e meditata, che ho adottato dopo averci pensato per alcuni giorni”.
L’intenzione di dimettersi anticipatamente rispetto alla scadenza naturale del suo mandato era nell’aria da tempo ma, le situazioni contingenti, soprattutto quelle che hanno caratterizzato la crisi e la caduta del Governo nazionale, hanno probabilmente destabilizzato gli asset politici siciliani che, da sempre, si determinano, invece, come pilastri della politica nazionale
Sarà quindi election day nell’isola più grande d’Europa, con elezioni politiche e per la Regione accorpate in una sola data.
“Nessun motivo politico alla base di questa decisione, ma solo ragioni dettate dal buonsenso – ha tenuto a precisare il presidente Musumeci -. Di questa mia decisione ho informato il presidente dell’Ars, come prevede la legge. Fino all’ultimo giorno, il 25 settembre, lavorerò con lo stesso impegno e lo stesso entusiasmo del primo giorno”.
Musumeci ha poi proseguito illustrando i “quattro motivi perché in Sicilia si debba votare il 25 settembre”:
la chiusura delle scuole, perché con il voto a scadenza naturale bisognerebbe chiudere gli istituti per due volte “e non possiamo permettercelo”;
la “crescita dei casi Covid”, e “se aumentano i contagi – ancora il governatore – non potremmo garantire a tutto il corpo elettorale di potere esercitare il diritto al voto”;
“tre mesi e più di campagna elettorale”, perché alle Politiche seguirebbero subito dopo le Regionali e questo “creerebbe soltanto disordine senza servire alla democrazia”;
i costi che dovrebbero affrontare le istituzioni per garantire il diritto al voto, “circa venti milioni di euro” che se si votasse in due momenti raddoppierebbero.
Tutto giusto. Se non fosse che in battaglia qualcuno deve pur andarci e, solitamente, i migliori gladiatori non parlano di costi o covid ma, combattono nei migliori anfiteatri.
Quindi, mentre Musumeci si dice “pronto a guidare la coalizione per la vittoria e per garantire per la seconda volta che il centrodestra possa guidare le sorti della Regione Siciliana” si attende il nome del nuovo candidato che riuscirà a trovare l’unità del centrodestra mentre voci di corridoio, parlano dell’on. Prestigiacomo.
Anche perché adesso Musumeci di se stesso dice “Qualcuno nella coalizione dice che io abbia un brutto carattere, che io sia molto rigoroso, antipatico e che quindi io sia divisivo – prosegue -. Per me l’unità della coalizione di centrodestra è più importante di ogni pur legittima aspirazione a continuare il lavoro iniziato cinque anni fa. Ho detto che se sono realmente divisivo, e se non è un capriccio di qualcuno, posso benissimo fare un passo di lato”.
A quel punto, rivolgendosi idealmente agli alleati di centrodestra, Musumeci ha concluso: “Cercate un nuovo candidato, ce lo presentate, faremo conoscere le nostre valutazioni e andremo avanti”. Ma, di fatto, il candidato c’è.
Gli spifferi di corridoio si sono concretizzati alla cerimonia del ventaglio dove, la deputata di FI, Stefania Prestigiacomo, ha accolto, la proposta del presidente dell’Ars, con orgoglio.
E così al Presidente Berlusconi non è rimasto che chiamare la Prestigiacomo per ufficializzare la disponibilità a candidarsi alle prossime regionali in Sicilia.