All’indomani della tragedia compiutasi nei cieli di Trapani lo scorso 13 dicembre, quando il caccia Eurofighter pilotato da Fabio Antonio Altruda è precipitato per cause ancora da accertare, l’altro pilota che volava su un altro monoposto di rientro insieme al collega alla base militare di Birgi, è stato ascoltato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, i quali hanno anche sentito tutti i militari in turno in quel momento alla torre di controllo al 37esimo Stormo.
Il pilota, si apprende, sarebbe atterrato rientrando alla base visibilmente scosso. Per chi rientra dalle missioni o da qualsiasi esercitazione, l’obiettivo è: atterrare in sicurezza.
L’uomo a bordo del secondo Eurofigher, volava a pochi metri di distanza dal caccia di Fabio Altruda, originario di Caserta, precipitato mentre stava rientrando all’aeroporto di Birgi dopo una missione di addestramento con il suo collega che, ha tenuto i nervi saldi nonostante i suoi occhi avessero registrato quanto stava avvenendo.
Dall’interrogatorio, non trapela nulla relativamente ai possibili messaggi radio che i due piloti si sarebbero potuti scambiare nei minuti che hanno preceduto lo schianto. Niente su un eventuale malore del Comandante Altruda. Ipotesi che probabilmente verranno confermate dalla scatola nera dall’autopsia prevista, nelle prossime ore, sul corpo del Comandante .
A breve, fanno sapere, una squadra specializzata del terzo stormo di Villafranca, in coordinamento con la Procura di Trapani, provvederà al recupero dei rottami che verranno ricomposti per ricostruire con esattezza quanto accaduto.
Oltre all’inchiesta dei magistrati un’altra indagine interna è in corso: “L’Aeronautica ha già istituito una commissione interna, che avrà, il compito di indagare sull’accaduto perché è importante andare a fondo e far sì che fatti del genere non accadano più”, spiega il colonnello Daniele Donati, comandante del 37esimo Stormo.
Il pilota dell’altro Eurofighter, di cui non è stata resa nota l’identità ma è stato aggiunto che è ancora piu’ esperto del 33enne casertano e con qualche anno in più, “era stato insieme a Fabio per tutta la giornata del tragico incidente. Quando è atterrato era molto scosso, la sua priorità, ovviamente, è stata quella di portare in sicurezza a terra il suo velivolo“, ricorda Donati, che precisa: “ovviamente stiamo collaborando con la Procura, alla quale abbiamo fornito con riservatezza tutte le nostre informazioni. In ogni caso, da quello finora ricostruito, fino al momento prima della tragedia non era stata rilevata alcuna anomalia o situazione particolare, la missione si era svolta nei pieni dettami delle normative”.
E ricorda ancora Fabio: “come tutti gli altri piloti e personale del gruppo, lui resta e resterà per sempre nella grande famiglia dell’Aeronautica e continueremo a far sentire la nostra vicinanza ai suoi familiari”.