Sfinita dalle percosse e dalle violenze subite ripetutamente dal marito, l’aveva denunciato, con il viso rigato di lacrime amare, i primi di marzo. Ai poliziotti, aveva raccontato, tra i singhiozzi, quanto costretta a sopportare, insieme ai tre figli, due dei quali minorenni, in quella casa che da tempo, ormai, era un inferno.
Eppure lei, in un passato molto remoto, ci aveva creduto in quell’unione ma, adesso non ricorda neppure cosa ci sia dietro la parola “amore”. O forse si. L’amore verso i suoi tre figli le ha fatto trovare il coraggio di sedersi su quella sedia.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trapani, è scattata subito.
Pochi giorni dopo il gip disponeva la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare per il marito e del divieto di avvicinamento alla moglie e ai figli, con applicazione del braccialetto elettronico.
Sembrava la fine di un incubo. Sembrava.
E’ ancora la vittima a rivolgersi alla polizia per un’altra denuncia. Questa volta è il fratello del marito ad averla contattata. Ai poliziotti racconta di essere stata minacciata dal cognato «ritira la denuncia, altrimenti ti faccio togliere i bambini dai Servizi sociali» diceva.
Intimidazioni che si sono susseguite per tutto il mese di aprile. Il marito cercava di avvicinare la moglie da conoscenti per convincerla a ritirare la querela a suo carico. A riportare la donna dai poliziotti è stata la chiamata che il marito ha fatto ai suoceri cercando in loro compassione e chiedendo di intercedere con la figlia per convincerla a rimuovere la denuncia.
Ma le violenze subite lasciano il segno per sempre.
La procura ha così chiesto e ottenuto l’inasprimento delle misure cautelari con gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico.