Le trame della tragica vicenda del peschereccio Nuova Iside disperso tra il 12 e il 13 maggio con a bordo tre marinai, nel tratto di mare tra San Vito Lo Capo e Ustica, si infittiscono sempre di più e la famiglia, seguita dall’avvocato Ruffino, vicesindaco di Terrasini, vuole fare chiarezza. Lo devono ai loro cari e a loro stessi. Per affrontare il dolore. L’ipotesi avanzata è quella di speronamento ma al vaglio degli inquirenti nessuna pista è esclusa. Il fascicolo è sul tavolo dalla Procura di Palermo ed ogni elemento, oggi, è importante.
Nei giorni scorsi sono stati ritrovati in mare i corpi senza vita di Giuseppe Lo Iacono, 35 anni, nipote dell’armatore, Matteo Lo Iacono, 53 anni recuperato in mare qualche giorno dopo. Ancora nessuna traccia, invece, del figlio di Matteo, Vito, 26 anni. Tutti marinai esperti, secondo i racconti della famiglia e di chi li conosceva. Di qualche giorno fa, il rinvenimento di alcuni relitti, ma la paura, adesso, è quella che le ricerche, fino ad oggi ininterrotte con tutti i mezzi a disposizione (anche aeree), sullo specchio d’acqua interessato, si arrestino.
«Un altro peschereccio mercoledì mattina al largo di San Vito Lo Capo – ha spiegato l’avvocato Aldo Ruffino– ha trovato in mare un galleggiante. Il rinvenimento è avvenuto prima che si abbattesse lo scirocco e ciò significa che le condizioni meteo tra martedì e mercoledì non erano così gravi da far naufragare un peschereccio di sedici metri. Siamo sempre più convinti che l’imbarcazione sia affondata nella notte di martedì e che la causa possa essere uno speronamento».
Intanto ieri è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Matteo Lo Iacono: i medici legali hanno prelevato dei tessuti sui quali verrà eseguita una tac e saranno analizzati gli abiti che indossava il capitano: «Due magliette e una felpa pesante – osserva l’avvocato Ruffino – indumenti che non si indossano certo quando tira vento di scirocco. Giuseppe (il nipote ndr), invece, quella sera aveva sentito la moglie dicendole che stava andando a dormire. Nessuno era preoccupato, se ci fosse stato maltempo lo avrebbero certamente comunicato» Come avvenuto nei giorni scorsi, l’avvocato lancia un appello alle istituzioni. «Chiediamo che le ricerche continuino senza sosta, è necessario ritrovare il relitto e Vito. Abbiamo apprezzato le parole del ministro Bellanova, confidiamo che lo Stato non ci lasci da soli».
«Questa è una tragedia che coinvolge intere famiglie, bisogna trovare il peschereccio sommerso e capire cosa è successo veramente. E poi c’è un ragazzo di 26 anni che va ancora cercato». Ha detto il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo, «Impazzisco all’idea che una famiglia debba temere che le ricerche possano interrompersi la dinamica è da chiarire e la tesi che il peschereccio non sia affondato a causa del maltempo è sempre più concreta. – ha sottolineato il sindaco – Faccio mie le preoccupazioni delle famiglia Lo Iacono, l’idea che si possano fermare le ricerche mi terrorizza, al contrario vanno intensificate e bisogna agire in fretta. Chiediamo di utilizzare i mezzi della Marina Militare». Sulla stessa linea il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci, che in questi giorni è stato in contatto con il ministro Bellanova.
«Il nostro – dice – è un accorato appello alle autorità, dobbiamo risalire alla verità e riavere un corpo su cui piangere».
«Chiediamo di recuperare le scatole nere delle imbarcazioni che hanno solcato quel tratto di mare tra il 12 e il 13 maggio e che la marina militare metta a disposizione per le ricerche le attrezzature moderne in suo possesso, non c’è più tempo da perdere».
Oggi pomeriggio, alle 16:30, presso la chiesa Regina Pacis, del Villaggio dei Pescatori di Terrasini, Si svolgeranno i funerali del capitano Matteo Lo Iacono al quale parteciperà anche il comandante della Capitaneria di porto di Palermo Roberto Isidori. Ma per nessuno ci sarà pace fin quando la verità non verrà a galla.