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    Una storia dritta: Lorenzo Caroselli Rete 4, si scusa. Il rovescio? promette: «tornerò presto a Trapani per dar voce a chi non l’ha avuta» -l’intervista-

    «Che cosa posso dire se non che mi dispiace tantissimo» Inizia così la telefonata con Lorenzo Caroselli autore del servizio andato in onda su Rete 4 nella puntata di Dritto e Rovescio lo scorso giovedì 4 giugno oggi al centro di un infuocato dibattito trapanese. Dai palazzi della politica cittadina alla rete, la polemica sul messaggio veicolato nella rete Mediaset è montata in 24 ore e, non si placa.

    I trapanesi, irritati per quanto mandato in onda, imputerebbero al giornalista dei tagli alle interviste del servizio. Ciò darebbe a Trapani, e a loro stessi, un’immagine distorta oltre che denigratoria. Stando ai commenti che si rimbalzano sulle bacheche dei social targate TP, lo schiaffo sarebbe stato dato anche al comparto turistico, oggi già in difficoltà. Ma “l’offesa” che più in generale sembra arrivare come un pugno nello stomaco si aggroviglia nei termini di accoglienza. Mai una più grande è stata fatta al popolo di trinacria da sempre, accogliente verso il turista, tanto che gode di fama “ospitale” oltre mare.

    Dal canto suo, Caroselli continua a portare avanti la sua linea: «come ti ho già detto ieri, racconto storie. Sono un giornalista che realizza servizi sulla base di notizie che reputa interessanti e lo fa attraverso la voce delle persone. Sono arrivato a Trapani dopo che l’Adnkronos scriveva di come il sindaco Tranchida fosse giustamente preoccupato per la sicurezza dei suoi cittadini e dei turisti, tanto da desiderare un test per continuare a garantire la sicurezza del territorio. Una cosa, riportava sempre l’agenzia, che avrebbe fatto tranquillamente anche lui se si fosse dovuto spostare in altre regioni. L’avrai letta anche tu…»

    Certo. Ma poi quando sei arrivato, la tua storia è come se si fosse concentrata, per la maggiore, a raccogliere le voci dei pensionati spaventati davanti ai bar

    «Quando noi ci spostiamo per lavoro, non siamo in vacanza. Il nostro tempo a disposizione è limitato e intervistiamo la gente che ci capita. Non ci sono voci che hanno più o meno diritto di parola. Sono rimasto a Trapani un giorno e mezzo ed il mio servizio inizia spiegando il perché sono a Trapani: cerco di enfatizzarla come città modello e le eventuali preoccupazioni che possono avere i cittadini trapanesi, sono le stesse che può avere un abitante di Crotone, Ispra, Capo d’Orlando, Barletta. Nel mio servizio di 2 minuti e mezzo, non mi pare di avere dimenticato di sottolineare che le persone che stavano parlando fossero alcuni cittadini trapanesi. L’italiano è italiano. Gli «alcuni» che in quel momento parlano, non rappresentano il totale della popolazione ma parte di loro. Avere delle ansie, in un momento come questo, poi, non mi sembra una colpa. Tutta l’Italia ce l’ha»

    Trapani, però, è una città che vive dell’unica industria che la tiene viva tutto l’anno: il turismo. Una narrazione di paure incastonata all’interno di una parte di trasmissione che la inquadra pure in una guerra nord-sud tanto da renderla vittima di astuti quanto astrusi tecnicismi. Insomma sembra quasi essere stata strumentalizzata per il successivo dibattito politico che ha fatto passare lo share di Dritto e Rovescio dall’8 al 10 per cento.

    «Io non lavoro per Linea Blu che è un programma incentrato sul mostrare solo le bellezze artistiche e naturali di un luogo. Lavoro per una trasmissione politico/economica che racconta storie italiane di questo taglio. Rispondo del mio lavoro e non di quello che avviene in studio»

    Quindi ammetti che ci sia stata una volontà, in fase di montaggio, nella scelta di alcune interviste piuttosto che altre?

    «Assolutamente no.  Sono un giornalista libero, partito, come spesso accade, senza nemmeno sapere chi fossero gli ospiti della serata o come sarebbe stata l’impaginazione della puntata.»

    Allora perché i miei concittadini stanno alzando così tanto la voce?

    «Ho raccolto molte interviste di tante categorie. A parlare sono loro. Non mi sono certo inventato niente. Ci sono un albergatore e un ristoratore che parlano di come il settore turistico stia soffrendo. Due persone che dicono due cose differenti. Con alcuni di loro ho parlato per ore ma capisci che non posso monopolizzare Mediaset per mandare in onda i girati di una persona e via via per le altre a seguire? Ho montato insieme agli autori del programma ed è naturale fare delle scelte. Le ho fatte pensando di dare a Trapani il valore che meritava per il risultato raggiunto, grazie alla buona condotta dei trapanesi (anche se oggi vuol dire nutrire preoccupazione), senza dimenticare quello che ha comportato: una crisi devastante per il settore turistico. Crisi che sta vivendo l’Italia intera a più comparti. Cronaca, non turismo. E ti assicuro che tra le videointerviste selezionate, ho scelto di omettere anche tante cose che sono state dette, intollerabili. Anche queste sono state scelte.»

    Queste scelte però hanno dato un risultato diverso rispetto a quello che ti eri proposto e la lettura corale dei trapanesi è diversa dalla tua.

    «Mi scuso, davvero. Non c’è stata da parte mia alcuna intenzione di offendere nessuno né di voler omettere o far tacere delle voci che per me restano sempre tutte importanti. Voci piccole che proprio per questo a volte devono avere spazio rispetto alle grandi oppure i mezzi toni, i soprani o i tenori. Chi stabilisce chi è più importante all’interno del coro? E’ la mia storia. Sono sicuro, come poi accade, che se avessi scelto per tizio e non per caio, sempronio ci sarebbe rimasto male perché è scritto negli annali. Ma da qui a continuare ad alimentare questa polemica, direi che può bastare.  A due giorni dal servizio su Trapani si continua ad accusarmi, solo per aver detto “bravi i trapanesi, vedete italiani, è così che ci si comporta”»

    Una cosa però mi sfugge, perché, per una storia simile, hai utilizzato le telecamere nascoste?

    «La telecamera nascosta non invade e non condiziona. Noi ci presentavamo sempre come giornalisti ma la chiacchierata che si fa senza telecamera puntata in faccia è più rilassata. La gente ti racconta le loro legittime preoccupazioni.»

    Quindi eravate a caccia di preoccupazioni

    «No, eravamo a caccia di gente libera dalla preoccupazione di parlare davanti a una telecamera»

    Allora coincidono le storie in libertà: le tue e quelle che i trapanesi dicono di averti raccontato

    «L’ho detto anche prima, non puoi inserire ore di interviste in due minuti di servizio. Mi scuso nuovamente se ho offeso qualcuno ma non era davvero nelle mie intenzioni. Sono pronto a tornare a Trapani domani, sempre se i trapanesi mi vorranno, per raccontare un’altra storia. Adesso non so quando, perché restano 3 puntate ma cercherò di dare voce ad un’altra narrazione prima della fine. Una cosa è certa: quest’estate verrò in vacanza. Trapani è davvero stupenda e vorrei che il messaggio fosse chiaro: venite in vacanza qui. Spero che lascerete cadere queste polemiche . Non credo sia questa la Sicilia e la Trapani che vi rappresenta. Continuate piuttosto a lavorare come avete fatto fino ad ora per farvi raccontare presto dalle cronache per gli ottimi risultati raggiunti. Adesso pensiamo all’estate, che sono sicuro sarà degna dei sacrifici fatti»

    Allora ti aspettiamo, per un’altra storia senza polemiche e col sorriso. Sono sicura che i trapanesi ti daranno dimostrazione di quanto la parola accoglienza sia scritta nel loro DNA e ti accompagneranno a scoprire la Trapani che ancora non hai visto, nonostante tu non faccia pezzi sul turismo.

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