Restano gravi le condizioni dei due uomini e una donna coinvolti nell’incidente avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, domenica 7 giugno 2020, lungo la statale 113 in contrada Milo, a Trapani. Il ferito più grave è un uomo di 53 anni, alla guida del Suzuky Jimmy, trasportato in codice rosso a Palermo. Ma anche le condizioni della moglie, anch’essa cinquantatreenne, con lui sull’offroader, sono apparse subito preoccupanti.
La donna si trova ricoverata in rianimazione al S.Antonio Abate di Trapani dove, nel corso della notte, ha subito un delicato intervento chirurgico. Per estrarre i due coniugi dall’abitacolo della jeep, è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco, intervenuti con il 118 e il 112 sul posto, che hanno tagliato la lamiera dell’auto letteralmente accartocciata.
Il terzo ragazzo, un ventiquattrenne a bordo della Citroen C3, da quello che si apprende, è stato anch’esso sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e, si trova in rianimazione al nosocomio trapanese. L’esatta dinamica del sinistro è al vaglio della stradale e della polizia locale intervenuta sul posto.
Una strada maledetta quella di contrada Milo per la quale la consigliera Mannina, chiede l’intervento del comandante della polizia municipale di Erice: «A seguito del grave incidente avvenuto ieri sera sulla via Milo, nonché in seguito ai diversi incidenti avvenuti sulla stessa, la III commissione consiliare di Erice su invito della consigliera Mannina, inviterà oggi il comandante della polizia municipale di Erice al fine di accertare la proprietà della strada (che dovrebbe essere metà del comune di Erice e metà del comune di Trapani) e studiare le strategie per far circolare in sicurezza il traffico veicolare. Si tratta infatti – ha detto Mannina – di una via strategica per raggiungere diverse zone del territorio ericino, Rigaletta, Pegno, Napola e Ballata. Non è il primo incidente che si verifica su questa via tale per cui si rende necessario provvedere auspicando che i due comuni di Erice e di Trapani possano trovare una soluzione comune in virtù di un bene superiore, quello della sicurezza dei cittadini.»