Ad un mese dalla scomparsa del Nuova Iside, il peschereccio affondato nelle acque tra San Vito lo Capo e Ustica, oggi, 13 giugno 2020, si è svolta al porto di Terrasini una cerimonia per commemorare le vittime Matteo Lo Iacono, Vito Lo Iacono e Giuseppe Lo Iacono. Il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci, e il primo cittadino di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, hanno deposto in mare una corona di fiori, in memoria dei tre uomini di cui uno ancora oggi disperso insieme al peschereccio. Una cerimonia alla quale hanno partecipato i familiari delle vittime e le autorità marittime, civili, militari e religiose. «Chiediamo verità e giustizia per quanto successo alla Nuova Iside» è il mantra che oggi,e per un mese intero, viene ripetuto a più voci da tutti quelli che conoscevano le vittime.
Dal molo dove un mese fa era partita Nuova Iside insieme all’equipaggio i sindaci di di Terrasini e di Cinisi hanno annunciato: «Questo posto dove ormeggiava la Nuova Iside dovrà restare vuoto fino a quando non si saprà cosa è successo in mare». e hanno aggiunto «Ci stringiamo nuovamente al dolore delle famiglie e a tutta la comunità marinara terrasinese con la speranza che al più presto si possa ritrovare il giovane Vito lo Iacono ancora disperso.»
Era il 13 maggio quando iniziavano le ricerche di un peschereccio disperso in mare di cui si erano perse le tracce. Le notizie che arrivavano ai giornali erano poche in quel mercoledì di fuoco dove le allerte meteo si alternavano a quelle incendio. La Sicilia bruciava nei suoi versanti orientali ed occidentali mentre gli aerei che decollavano da Birgi, incrociavano i canadair impegnati a domare le fiamme che devastavano la macchia mediterranea siciliana. La capitaneria di Porto faceva salpare le sue imbarcazioni da Terrasini alla ricerca della Nuova Iside a bordo della quale c’erano 3 uomini. Più tardi si scoprirà che si trattava di Matteo, Vito e Giuseppe, rispettivamente padre, figlio e nipote.
Ed è proprio lui, Giuseppe Lo Iacono ad essere ritrovato dopo due giorni di ricerche, a largo di Ustica. Dopo il riconoscimento vengono subito celebrati i suoi funerali mentre le ricerche in mare continuano. Oggi, un mese dopo, la moglie di Giuseppe, che ha lasciato 4 figli, uno dei quali ha compiuto diciotto anni solo in questi giorni, ha richiesto la riesumazione della salma del marito per effettuarne l’autopsia ed accertarne le cause del decesso. L’avvocato che segue le famiglie è in attesa dell’autorizzazione
In questo mese, il giorno dopo il ritrovamento di Giuseppe, soltanto Matteo detto il “capitano” è stato restituito dalle acque, mentre Vito, il figlio di Matteo, armatore del Nuova Iside, resta inabissato col motopesca nei fondali che vengono perlustrati dalla Marina Militare dallo scorso 30 maggio
Su Matteo è stata subito richiesta l’autopsia dalla quale: « è possibile individuare un trauma cranico sulla sua nuca. Un colpo perfettamente compatibile con quello che l’imbarcazione avrebbe ricevuto e che avrebbe portato Matteo a cadere all’indietro» dice l’avvocato Aldo Ruffino che in un primo momento aveva avanzato l’ipotesi di speronamento ma che oggi, invece, viene abbandonata per quella più probabile di collisione.
Per il consulente legale marittimo Joseph Cracchiolo, se il Nuova Iside fosse stato speronato, si sarebbe sbriciolato e i suoi pezzi si sarebbero già trovati:«Sono più portato a pensare ad una collisione, come se due imbarcazioni si fossero sfiorate, baciate e in pochissimi secondi la pressione della nave più grande ha schiacciato verso il basso la più piccola, affondandola».
Nel frattempo la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta lasciando vuoto, al momento, il registro degli indagati. Nei giorni scorsi, però, è stata sequestrata la scatola nera di una petroliera, la Vulcanello, che la notte del 13 maggio, si trovava nella stessa rotta della Nuova Iside. La presenza della nave, che trasporta carburante, in quel tratto di mare viene confermata dalla società armatrice Augustadue, del gruppo Mednav, la quale ha aperto un’indagine interna per fare chiarezza.
Mà