Il mercatino del giovedì a Trapani non si farà. Il Sindaco di Trapani non arretra di un passo rispetto alla decisione presa precedentemente. Eppure un’apertura rispetto al “no” di partenza per l’osservanza delle regole anti covid che aveva visto impegnato il dottor Pedalino, l’esperto internazionale in epidemiologia e sanità pubblica ingaggiato da Tranchida per occuparsi di studiare tutti i cavilli tecnici presenti all’interno dei vari dpcm e delle ordinanze in vigore, c’era stata.
Dopo aver interpellato il sindaco, abbiamo fatto una chiacchierata con l’epidemiologo Pedalino, lo stesso che molti di voi conosceranno per il fattore “vento-covid e spiaggia” un fattore che, seppur criticato e a volte deriso, è stato ripreso dall’ISS tanto che oggi sono state riviste le misure del distanziamento oltre che l’uso dell’aria condizionata o dei ventilatori all’interno delle varie misure anticovid.
Lo studio di partenza (pubblicato QUI ) faceva notare come la dispersione e l’evaporazione delle particelle di saliva derivanti da una tosse umana influisse l’assenza divento, il vento leggero o il vento moderato.
Insomma l’esperto, in materia di mercato del giovedì, ci ha gentilmente risposto: «L’epidemiologo, come nelle situazioni precedenti, si è limitato a redigere la relazione dettagliata con le disposizioni per aprire in sicurezza. Di fatto la relazione l’avevo già presentata più di due settimane fa all’amministrazione. Entrando nel merito, poi, io non prendo nessun provvedimento: informo sulla decisione ma non ne assumo. Mi limito a fare la diagnosi. La mia figura (l’epidemiologo ndr) non è ancora ben conosciuta, e per fortuna direi visto il momento e il motivo per il quale se ne è venuti a conoscenza (e in provincia anche male, se posso permettermi). Ho un ruolo solamente tecnico.»
Quindi addossare a lei la colpa dell’impossibilità di riaprire il mercato non è corretto
«Per quanto concerne il mercatino del giovedì, ma come pure il resto, ho fatto delle “raccomandazioni”. Quello che si può o non si può fare, dopo 4 mesi di epidemia, si sa perfettamente. L’ignoranza non si accetta più. Adesso, però rischierei di darle anche informazioni che non sono corrette perché probabilmente sono altre le problematiche che non fanno riaprire il mercato. Privatamente mi è stato chiesto di studiare le misure per far riaprire bar, pub ed altri esercizi ed anche in quelle occasioni mi sono limitato a studiare e stilare, sulla base degli studi fatti delle relazioni tecniche. Una proposta di consigli, una sorta di “linee guida” da seguire per riaprire in sicurezza e, chi ha voluto o potuto seguirle, ha riaperto senza problemi per eventuali controlli.»
A questo punto della storia, escludendo l’epidemiologo Pedalino come “colpevole” della faccenda (perché spesso in queste storie si cerca sempre un buono e un cattivo), verrebbe facile dare subito la colpa all’amministrazione (insomma più comodo) ma, facendo un passo indietro, come dicevamo sopra, proprio il sindaco aveva cercato inizialmente un’apertura. Aveva infatti chiesto alle associazioni di categoria di occuparsi dello spazio (circa sedicimila metri quadrati) e di tutto ciò che implicava, soprattutto dopo che Musumeci, nell’ultima ordinanza aveva chiarito che i mercati potevano ripartire. A queste condizioni :
Sembrava tutto fatto. Sembrava, perché al momento di formalizzare la faccenda, di metterla cioè nero su bianco, nessuno degli operatori ha voluto ufficializzare la responsabilità richiesta. Da una parte (gli ambulanti) e dall’altra (Comune di Trapani) non hanno raggiunto nessun accordo, almeno fino ad oggi quando in campo restano diverse proposte come quelle fatte pervenire con una nota dal sindaco che suddivide l’area (troppo grande per ospitare 250 posti per 2 operatori pari a 500 persone più gli ingressi) in questo modo: Piazzale Ilio (max n. 150 postazioni possibili in luogo delle attuali 250); 2) sito individuato in zona Via Villa Rosina (che potrebbe contenere fino a 40 postazioni); 3) sito individuato in zona Fontanelle vicino il campo Sorrentino (che potrebbe ospitare fino a 67 postazioni) ed infine l’area del mercato del contadino, attualmente gestita da Coldiretti e FederArgri sul Lungomare Dante Alighieri (n. 40 postazioni a disposizione). Certo molti trapanesi e non, guardano ai mercati degli altri comuni già attivati e funzionanti.
Si potrebbe fare l’esempio anche di altre città come Milano dove il numero dei contagi è sempre in salita (242 solo ieri) e i mercati sono funzionanti in questo modo: vi è la delimitazione delle sedi mercatali che rimangono recintate e presenteranno varchi obbligatori di accesso e uscita al fine di limitare l’incrocio delle persone. I varchi sono presidiati da personale appositamente dedicato che regola l’afflusso dei cittadini prima dell’ingresso nell’area di mercato. Ciascun operatore commerciale deve obbligatoriamente usare mascherina e guanti. I banchi di vendita sono posti con una distanza minima di 1 metro. L’accesso del pubblico è consentito solo indossando guanti a mascherine. Il Comune si fa carico del transennamento e della delimitazione con i nastri delle aree mercatali e dei servizi della Polizia Locale. Agli operatori viene chiesta una compartecipazione alle sole per spese di vigilanza.
Di fatto quindi (in una Trapani zero contagi) ci si chiede cosa effettivamente non sta funzionando tra Comune e tutta la macchina degli operatori: Mancanza di risorse? Mancata voglia di trovarle?
credit foto : Telesud