More

    Dai palazzi di “Mazara due”, ai domiciliari, continuava a spacciare ma, questa volta, la rete non l’ha protetto, arrestato

    Ancora “Mazara due”. Ancora droga. Ancora occhi che puntano il crimine e malviventi che controllano la zona. E’ questa l’altra faccia della Mazara dell’inclusione, dove le culture del mare s’incontrano a terra e si mescolano nella fede, negli abiti, nella musica e nella tavola. Ma non qui.

    Nei palazzi l’ingresso è off limits per tutti. Il biglietto lo stacca la mala e l’ingresso è riservato alla delinquenza. Lo ha stabilito un codice mai scritto ma affermato e sottoscritto in silenzio da tutti quelli che abitano il quartiere tanto da stabilire vere e proprie pattuglie per il controllo della zona. Una polizia al contrario che si fa giustizia da sola. E’ vero anche che questo posto è stato dimenticato da tutti. Una periferia urbana dove chi è riuscito è andato via ma, chi è rimasto non ha avuto molte possibilità di scelta. La struttura urbana manca di un semplice giardino, una piazza con delle aree attrezzate o un’area green con un concetto civico più ampio. Chi vuole non può uscire pensando di passeggiare per negozi, organizzarsi in un circolo, fare una partita a pallone. Insomma, il più totale stato di abbandono da parte delle amministrazioni che nel tempo si sono susseguite, ha contribuito non a rigenerare l’area ma a generare un circuito di questo tipo.  

    “Mazara due” è un territorio che non dorme mai. Di giorno le vedette turnano per evitare l’ingresso delle forze dell’ordine, di notte, sono le telecamere a registrare i movimenti di entrata e di uscita tra le strade dei palazzi mentre, nelle case, c’è chi organizza le partite di droga da distribuire nelle piazze per lo spaccio. Come quelle che lo scorso 28 maggio sono state intercettate dalla polizia, insieme alle armi dal codice abraso.

    La vera partita da vincere tra le forze di polizia e la criminalità assomiglia ad una partita a scacchi, ancor più che un braccio di ferro. La forza fisica non conta: solo la mossa giusta riuscirà a far fare scacco matto a tutto il sistema che tiene in piedi questo brutto castello.

    Pedine, cavalli, fanti e re, è la Squadra Pegaso della Sezione Investigativa del Commissariato di P.S. di Mazara del Vallo, nei giorni scorsi, a saper aspettare prima di agire. Nascosta dalle cellule attive pronte ad intercettare la loro presenza e per tenere sotto controllo Salvatore Tumbiolo, di fatto ai domiciliari con braccialetto elettronico, gli agenti hanno potuto rilevare che, l’uomo,  con la complicità della rete criminale dei palazzi, continuava, a mantenere in piedi un’attività di spaccio.

    Almeno fino all’irruzione dei poliziotti nel suo appartamento che non gli ha dato il tempo di liberasi dello stupefacente che deteneva in casa: 130 grammi di marijuana e tutto l’occorrente per il confezionamento e la vendita della sostanza, successivamente sequestrati, dalla quale si stima che l’arrestato avrebbe ricavato una somma approssimativa di 2.000 euro. Tumbiolo, è stato arrestato nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e condotto, questa volta, al carcere “Pietro Cerulli” di Trapani a disposizione dell’autorità giudiziaria.

    Ultimi articoli