Alla presenza del suo avvocato Giovanni Palermo, Giuseppe Scarcella, Sindaco di Paceco, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e convocato per un interrogatorio dai pm della Dda di Palermo a seguito dell’operazione antimafia che oggi , martedì 7 luglio 2020, ha visto riaprire le porte del carcere per il boss Mariano Asaro e il capo mafia di Paceco, Carmelo Salerno, scrivendo nel registro degli indagati anche l’ex deputato regionale, ora ai domiciliari, Paolo Ruggiurello, questo pomeriggio, non ha risposto alle domande dei carabinieri.
«Ho ritenuto di avvalermi della facoltà di non rispondere, alla luce della genericità della contestazione, pur dichiarando il proposito di richiedere l’interrogatorio senza indugio non appena avrò contezza dell’accusa.» Pare infatti che Scarcella non sappia quale siano gli episodi e le circostanze alle quali faccia riferimento l’accusa nella contestazione del reato.
Intanto, il primo cittadino di Paceco, ha rassegnato le sue dimissioni, con effetto immediato, da presidente dell’Assemblea del Consorzio trapanese per la Legalità e lo Sviluppo, e in una nota afferma «Confidando nell’azione della Magistratura e consapevole della mia estraneità ai fatti contestati, le dimissioni da presidente dell’assemblea di codesto nobile Consorzio, trovano fondamento nella necessità di non arrecare danno all’istituzione»
Questa mattina i Carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Trapani, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno perquisito la casa e l’ufficio comunale dove Scarcella risiede e lavora
E nelle 44 pagine di ordinanza emessa dal gip di Palermo, Claudia Rosini, su richiesta della Dda di Palermo, scrive: «Ruggirello non era il solo esponente politico in rapporti con l’indagato (il boss Mariano Asaro, ndr), che contava, grazie alla sua caratura di tipo mafioso, anche sulle buone relazioni con il sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella, che lo riceveva il 28 febbraio 2019».
Dattilo, frazione di Paceco riconosciuta per la bontà dei cannoli anche oltre confine, diventava, secondo quanto scrive il Gip, il punto d’incontro dove si rilasciavano rassicurazioni su presunti certificati di agibilità o abitabilità in favore del suocero Vito Occhipinti. Quarantaquattro pagine dove il gip Rosini annota, ad esempio, l’incontro dell’8 aprile 2019, in cui il sindaco, eletto nel 2018 con una lista civica, si rivolgeva ad Asaro chiamandolo “Don Mariano”. Arcaismi culturali che segnano la storia di ieri e di oggi e sulla quale la giustizia farà certamente luce.