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    Nuova Iside – Il ministro Bonetti a casa Lo Iacono: «c’è una nuova speranza da consegnare a questa famiglia, ed è fatta di concretezza»

    «Entro in questa casa con una discrezione di chi sa di non potere togliere nessuna lacrima, se non eventualmente aggiungere lacrime alle lacrime. Però allo stesso modo, il significato del mio essere qui, in questo momento, rappresenta tutto il Paese» Inizia così il suo discorso il ministro alla Famiglia, Elena Bonetti, che si trovava a Palermo per impegni istituzionali e che ha raggiunto in auto, Terrasini, per andare dai familiari delle vittime del peschereccio “Nuova Iside“, affondato al largo della costa palermitana lo scorso 14 maggio e ritrovato a 1400 mt di profondità lo scorso 19 giugno dalla Marina Militare. A casa Lo Iacono, ad accogliere il ministro, insieme ai familiari, oltre all’avvocato Aldo Ruffini, c’era il sindaco di Terrasini, da sempre al fianco delle vedove, e a supporto delle famiglie in questi mesi di buio e dolore.

    Le vedove di Matteo e Giuseppe Lo Iacono, erano certamente emozionate, ma il cuore è, e resta a pezzi.

    Nonostante il caldo di questo luglio, continua a piovere sulle due famiglie travolte dalla tragedia, sulla quale indaga la Procura di Palermo e che ha iscritto sul regristro degli indagati 4 persone con l’accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso. Famiglie che oggi versano in situazioni economiche difficili mentre restano in attesa dei risultati dei rilievi che i Ris di Messina hanno effettuato sulla petroliera Vulcanello, sulla stessa rotta del peschereccio la notte del 14 maggio, e che dovrebbero arrivare a giorni. Ad essere indagati sarebbero il comandante e di due ufficiali in servizio in plancia della petroliera e dell’armatore della società Augusta Due del gruppo Mednav.

    Rosalba Cracchiolo, moglie di Matteo, è anche la madre di Vito Lo Iacono, comandante ventiseienne del Nuova Iside, unico  disperso di questa sciagura e che, secondo le ipotesi dei familiari, che supportano lo speronamento, sarebbe rimasto all’interno del relitto ora a 1400 metri di profondità a circa 30 miglia a nord di Palermo : «Avere il ministro a casa mia è un onore, ma la tragedia resta. – ha detto ad un’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia – Spero che lo Stato ci aiuti a recuperare il relitto perché mio figlio sicuramente è là dentro ed io devo dargli una degna sepoltura. Non posso vivere così. Perdere il marito, perdere anche il figlio e non potere avere la giusta sepoltura, è una cosa troppo atroce. Chiedo allo Stato di aiutarci e di muoversi tempestivamente – ha continuato ed infine ha concluso – Solo una mamma può capire fino in fondo questo dolore, gli altri si dispiacciono ma, per fortuna, non lo comprendono in toto»

    Abito bianco, mascherina scozzese dalla quale restano scoperti gli occhi che, cercano di accompagnare, con l’espressione, le parole: «Non potremmo restituire una vita sognata, sperata, condivisa, non possiamo restituire tutto questo ma il governo c’è» – ha detto il ministro Bonetti che si è trattenuta oltre un’ora a casa dei Lo Iacono «Il Governo c’è stato attraverso l’azione del ministro Guerini e con il fare molto discreto ed umano del senatore Faraone, che ha sollecitato il Governo e, continueremo con questo impegno – ha voluto sottolineare, nell’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia la Bonetti -. Porteremo a termine l’ultimo atto: restituiremo a questa comunità e a questa famiglia Vito, per dargli degna sepoltura». Ha poi assicurato il ministro alla Famiglia e ha aggiunto «Cercheremo di dare un senso a qualcosa che apparentemente sembra senza senso. A questo, seguirà poi l’impegno delle istituzioni e della magistratura, come quello già dimostrando, di far luce e chiarezza sulla vicenda».

    E con voce pacata, timbro rassicurante il ministro ha aggiunto: «Adesso, però, c’è una nuova speranza da consegnare a questa famiglia, che è fatta di concretezza. Oggi di aiuto ma, anche di un significato di relazioni: devono pensare ad un modo nuovo per ricostruire il loro futuro. Non lo devono e non lo possono fare da soli. Lo Stato c’è laddove c’è una comunità che si sa fare prossima di questo. Io ho detto loro che quando dei marinai “prendono il largo” è perché pensano che la navigazione valga tutto il loro coraggio. Ecco – ha concluso – oggi tutto il nostro Paese, anche per loro, ha bisogno di mettere in campo tutto il nostro coraggio a partire dall’aiutare queste famiglie a riprendere le strade della vita che li attende»

    «La ministra ha detto che si attiverà con il Governo per il recupero del relitto», ha spiegato il legale della famiglia Lo Iacono, Aldo Ruffino, che ha poi aggiunto «ha inoltre confermato che non lascerà da sole le famiglie dal punto di vista economico». Il legale, insieme al sindaco di Terrasini, hanno ringraziato il ministro per quanto fatto dal Governo.

     

    photo credits  gds

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