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    Arrestato dalla DIA, a Castellammare del Golfo, Leonardo Badalamenti

    E’ rimasto sorpreso quando,ieri 5 agosto, è stato arrestato all’uscita dell’ufficio postale di Castellammare del Golfo, Leonardo Badalamenti, sfuggito alle manette con il padre Gaetano negli anni ottanta e rifugiatosi con lui all’estero.

    Tre anni fa, Leonardo, era tornato in Italia dove viveva a casa della madre e non faceva niente per nascondersi. La sua vita era quella di un normale cittadino. La DIA di Palermo sapeva che nei suoi confronti pendeva un mandato di cattura internazionale emesso dall’autorità giudiziaria di Barra Funda (Brasile) per associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica. Un provvedimento emesso nel 2017, ma «Il Brasile ha esteso il mandato di cattura a livello internazionale solo sei mesi fa» e solo di recente la notizia era arrivata in Italia, fanno sapere.

    A dire il vero, neanche Badalamenti, secondogenito di don Tano, ne era a conoscenza, tanto da rendersi protagonista di azioni eclatanti, quasi fosse sul set di un film di mafia, come quella di forzare i cancelli di una villa che, a Cinisi, era stata confiscata al padre.

    E la giustizia, sullo sfondo di una terra che ancora sanguina per i colpi inflitti da cosa nostra, ha portato una parte del conto da saldare. A Cinisi il figlio di don Tano, torna spesso. Lì ancora oggi si calcano i 100 passi di Peppino Impastato. Le sue impronte segnano la lotta alla mafia che vince contro chi ha ordinato la sua condanna a morte.

    Ma il figlio di don Tano torna nella villa confiscata al padre, morto nel 2004 in un carcere americano. E’ lì che Leonardo Badalamenti, venerdì scorso: «Con fare arrogante aveva addirittura cambiato la serratura del cancello d’ingresso – dice il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo – si faceva forte di un provvedimento della corte d’assise di Palermo che ha restituito quel bene alla famiglia Badalamenti. Ma è una decisione non ancora definitiva. E comunque quel casolare, su cui il Comune ha investito tanto per fare attività sociali, noi non lo restituiremo mai. La legge è dalla nostra parte». Venerdì scorso sono intervenuti i carabinieri per mandar via Leonardo Badalamenti.

    Oggi Giovanni Impastato, fratello di Peppino, si dice indignato: «Ritengo gravissimo che una persona su cui pende da tre anni un mandato di cattura internazionale potesse girare indisturbato a Cinisi. Se non fosse stato per il sindaco, che qualche giorno fa lo ha denunciato, Leonardo Badalamenti si sarebbe potuto riorganizzare dal punto di vista criminale».

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