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    La marsalese Anna Grassellino, pronta per la sfida commissionata dagli USA: progettare il computer più potente al mondo

    Tre figli, un marito e duecento scienziati da coordinare. Sono questi i numeri che la direttrice dell’SQMS del Fermilab di Chicago dovrà gestire insieme agli oltre centoquindici milioni di dollari che il DOE (Department of Energy) statunitense ha messo a disposizione per portare a termine il suo progetto: superare il limite quantistico dei computer.

    Anna Grassellino, siciliana, di Marsala, in provincia di Trapani, è la scienziata del sud Italia, che ad appena trentanove anni, ha fatto il giro del mondo per fama tanto da essere stata scelta dall’America, e non dall’Italia, per guidare  il Superconducting Quantum Materials and Systems Center di Chicago per un obiettivo sul quale la Cina ha già messo gli occhi e investito 10 miliardi.

    Oggi per la dottoressa Grassellino, la sfida, infatti, è quella di dover progettare il computer quantico più potente mai esistito. L’ingegnere Grassellino si pone l’obiettivo di affrontare e superare il problema della decoerenza quantistica.

    Per farla semplice, si tratterebbe di potenziare i bit ovvero la potenza del codice binario oggi esistente e capace di catturare e inviare informazioni all’interno dei PC. Realizzare un computer quantistico vorrebbe dire superare il bit e arrivare a potenze di calcoli superiori rispetto a quelle odierne ma non solo. Vorrebbe dire riuscire a criptare messaggi nascosti: «E’ una questione di sicurezza nazionale, ma io mi occupo di scienza. Mi piace ascoltare le risposte che dà la natura alle nostre domande» dice la Grassellino all’inizio di quella che potrebbe essere davvero una svolta scientifica epocale.

    Oggi esistono già i computer progettati e realizzati in Qubit. I primi prototipi di computer quantici sono stati resi disponibili da Ibm, Intel e Google ma molte sono ancora le limitazioni e i loro Qubit arrivano a 50 al massimo non riuscendo a supportare molte funzioni che invece un computer a questa massima potenza dovrebbe gestire e supportare:«Il punto debole è che i Qubit sono vulnerabili e quelli finora utilizzati si mantengono per alcuni microsecondi mentre con la nostra tecnologia si compie un balzo a due secondi — precisa Anna Grassellino al Corriere della Sera —. Presto andremo però oltre, ampliando enormemente le possibilità di elaborazione con le quali disegneremo nuovi farmaci, si concepirà una nuova rete Internet ma potremo anche decifrare il mistero della materia oscura nell’universo»

    Oggi l’unica conferma è che, all’estero paradossalmente, niente è relativo: una donna, mamma, ingegnere è alla guida di un progetto pronto a cambiare la vita di tutti noi.

    Lo ha stabilito il DOE (Department of Energy) statunitense che le ha conferito l’incarico e finanzierà il progetto con 115 milioni di dollari, erogati in 5 anni, insieme ad alcuni partner del centro che lo supporteranno con 8 milioni di dollari in contributi: «Sono emozionata e molto carica. È un’opportunità unica per costruire qualcosa di rivoluzionario che può portare a straordinarie scoperte. Ovviamente — ha ammesso al Corriere della Sera Anna —sento il peso della responsabilità e immagino che incontreremo ostacoli di diversa natura. Ma nella mia esperienza ogni risultato che si incontra, anche negativo, porta sempre a trovare qualcosa di inaspettatamente nuovo».

    Laureata nel 2005 in Ingegneria Elettronica all’Università di Pisa, Anna Grassellino ha conseguito il dottorato in Fisica presso l’Università della Pennsylvania.

    Ricercatrice dal 2008, ha ricevuto, nel 2017, direttamente dal presidente Obama, il “Presidential Early Career Award for Scientist and Engineers”, la più alta onorificenza che, gli Stati Uniti, viene conferita ai giovani ricercatori nei campi della scienza e dell’ingegneria.

    Inutile aggiungere quanto il governo italiano si lasci scappare e sfuggire. Inutile sprecare ancora parole su quelle già dette in merito ai cervelli che vanno. Non serve poi rimarcare la provenienza se non si fa nulla per legarla quell’appartenenza che sempre più spesso viene citata. Meritocrazia inesistente in questa nostra Italia come le opportunità che invece, vengono trovate altrove. Complimenti dottoressa e in bocca al lupo!

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