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    Coronavirus, Galli: «Il Natale? Ce lo siamo giocati comunque»

    A poco più di un mese dalle feste natalizie, gli italiani cominciano a chiedersi che Natale sarà quello di questo tanto odiato 2020.

    La stretta imposta dal nuovo dpcm in vigore da domani, 6 novembre, potrebbe infatti, non bastare per il ritorno alla “normalità” entro la fine del prossimo mese e la domanda che ci poniamo tutti è se passeremo un Natale in zona Arancione (o gialla o rossa a seconda della regione di residenza) oppure saremo un po’ più liberi.

    Su questo è intervenuto il primario dell’Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, che spiega: «Forse non ci siamo giocato il Natale, ma in ogni caso il Natale ce lo siamo giocati comunque, rispetto a quello a cui eravamo abituati».

    A dicembre infatti, sarà difficile vedere le grandi tavolate di famiglia, il tradizionale scambio di regali e le giocate a carte tra non congiunti, bisognerà imparare- se ancora non lo abbiamo fatto- a convivere con il virus «che non significa ricominciare a fare quello che si faceva prima – continua Galli – ma mantenere una serie di restrizioni, anche molto fastidiose, che rimarranno. Altrimenti, ci si ritrova punto e da capo, come abbiamo visto nella pratica».

    La preoccupazione dell’infettivologo è quella che queste misure in vigore da domani possano, in qualche modo, essere tardive ma adesso gli sforzi devono essere concentrati tutti su una prossima possibile ondata: «Una volta bloccata questa ondata, -conclude Galli- dobbiamo fare in modo che non arrivi la terza. E per farlo bisogna rispettare le regole».

    Come sempre, quindi, mai abbassare la guardia.

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