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    Sorella Sanità: 9 su 10 imputati scelgono il rito abbreviato

    Solo uno dei 10 imputati al processo “Sorella sanità”, l’inchiesta della Guardia di Finanza coordinata dalla procura di Palermo, che il 21 maggio scorso fece crollare il tessuto sanitario siciliano, dal primo febbraio andrà al giudizio ordinario in tribunale. Si tratta di Crescenzo De Stasio, detto Salvatore, una delle società coinvolte nei meccanismi di aggiustamento delle gare, del valore complessivo di oltre 600 milioni. Gli altri 9 manager regionali infedeli, faccendieri e imprenditori hanno optato per i riti alternativi e, ad occuparsi del processo col rito abbreviato sarà il gup del tribunale di Palermo Fabio Pilato. L’accusa è per tutti di avere pilotato gli appalti nella sanità siciliana

    Fra coloro che invece ricorreranno all’abbreviato l’ex commissario anti-covid della Regione siciliana, Antonio Candela, e l’ex direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale di Trapani, Fabio Damiani. Con loro Giuseppe Taibbi, considerato una sorta di faccendiere al servizio di Candela. Abbreviato anche per tre imprenditori.

    Il patteggiamento a chi chiedeva una tangente del 5% per il “condominio della sanità siciliana” con una pena concordata di 4 anni e 2 mesi, già accettata dai pm Giovanni Antoci e Giacomo Brandini, sarà per Salvatore Manganaro: l’imprenditore, faccendiere ritenuto molto vicino a Fabio Damiani e divenuto il suo accusatore, ha ammesso una serie di tangenti. La condanna relativamente mite gli sarà inflitta a condizione che restituisca un milione di euro, corrispondente proprio all’importo delle mazzette ricevute con l’ex manager.

    Quattro anni e 6 mesi è invece la pena concordata tra i legali e il pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis per Ivan Turola; 5 anni infine per Roberto Satta, altro imprenditore. Il processo si celebrerà nei prossimi mesi.

    Gli imputati sono riusciti ad avere la “retrocessione” dal giudizio immediato, che era stato ottenuto dalla Procura perchè le prove sono ritenute evidenti e le indagini si sono concluse in meno di 6 mesi: anzichè andare in tribunale, così, 9 su 10 saranno giudicati dal Gup Pilato.

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