Ha ventun anni ed è originario del Ciad, Godze Ahmed, il ragazzo fermato dalla Polizia di Stato di Trapani che adesso, dovrà rispondere alle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato e naufragio. Era lui, secondo le indagini della Squadra mobile di Trapani alla guida del gommone naufragato l’undici novembre scorso a largo delle coste libiche e soccorso successivamente dalla nave Ong Open Arms.
Il barcone aveva a bordo circa 120 persone ed era stato identificato da un aereo di Frontex, che aveva quindi fornito la posizione alla nave Ong, 31 miglia a nord di Sabratha. Poco dopo la localizzazione, aveva spiegato Open Arms, il fondo dello scafo ha ceduto, facendo finire in mare tutti gli occupanti.
Sei erano state le vittime di quel naufragio che, inghiottì nelle acque del Mediterraneo anche il piccolo Joseph di appena sei mesi, scivolato dalle braccia della madre che, come si vede dal video pubblicato dalla ONG spagnola, continuava a chiedere di aiutare il suo piccolo.
Abbiamo riflettuto se fosse il caso di mostrare il grido del naufragio, il dolore e la disperazione.
Abbiamo deciso di rendere pubblico quello che accade in quel tratto di mare perché i nostri occhi non siano i soli a vedere e perché si ponga fine a tutto questo subito. #Joseph pic.twitter.com/exny2hYi8q— Open Arms IT (@openarms_it) November 12, 2020
I sopravvissuti erano stati soccorsi e trasportati sulle coste siciliane e messi in regime di quarantena, sulle navi in rada ai porti, in attesa di poter essere trasferiti nelle strutture di accoglienza.
Gli uomini della Squadra Mobile di Trapani, nel frattempo, hanno avviato le indagini interrogando i diversi stranieri e fatto ulteriori approfondimenti riuscendo così ad individuare il conducente del gommone.
«Decisive – sono state – le ricostruzioni effettuate attraverso le testimonianze dei migranti che hanno raccontato la dinamica del viaggio, culminato con la rottura dello scafo in gomma e la caduta in mare degli occupanti, nonché offerto significativi elementi indiziari a carico dell’indagato» ha affermato la polizia che oggi, ha individuato anche altri due cittadini di nazionalità sudanese coinvolti nel trasporto di migranti riconducibili ad un altro evento S.a.R., in ordine ai quali sono in corso ulteriori approfondimenti.