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    Perché il 13 dicembre in Sicilia non si mangia pane e pasta? Santa Lucia tra storia e tradizione

    Chi è nato e cresciuto in Sicilia lo sa. Il 13 dicembre, nel giorno di Santa Lucia, in tutta l’isola, vige una delle più antiche tradizioni sicule, ovvero quella di non mangiare né pasta né pane.

    Ma dove ha origine questa particolare usanza? E perché proprio il giorno di Santa Lucia? Per capirne meglio le origini dobbiamo fare un salto nel passato e capire chi era Santa Lucia.

    Festa di Santa Lucia, tra storia e tradizione

    Lucia era una giovane donna orfana di padre ed appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa. La madre, malata da diverso tempo, aveva speso molti soldi per curarsi ma senza alcun risultato. Per questo la giovane Lucia si recò assieme alla madre al sepolcro di Sant’Agata a Catania per pregare con la speranza di un miracolo.

    Durante la visita alla Santa, Lucia si addormentò e nel sonno le apparve Sant’Agata che le profetizzò il suo futuro da martire e le chiese di dedicare la propria vita ai più poveri e agli emarginati facendo voto di castità.

    Tornata a Siracusa, la madre di Lucia guarì e per questo motivo, la giovane decise di mettere in atto il progetto di consacrarsi esclusivamente a Cristo. Lucia, però, era promessa sposa ad un uomo pagano che la denunciò come cristiana (all’epoca i cristiani -infatti- venivano perseguitati dall’Imperatore Diocleziano).

    Processata davanti l’Arconte Pascasio Lucia non nascose la sua fede religiosa e quando fu costretta ed essere esposta tra le prostitute nel postribolo, si narra che il suo corpo divenne così pesante che decine di uomini non riuscirono a spostarla. Diverse furono le torture alle quali fu sottoposta Lucia ma nulla fece vacillare la sua fede. Ad ogni tortura ne usciva illesa fino a quando venne fatta inginocchiare e decapitare.

    Alcuni raccontano che Lucia prima della sua decapitazione si fosse strappata gli occhi, questo perché nella sua iconografia viene raffigurata con gli occhi sulla coppa o sul piatto ma ciò non corrisponde al vero: questa leggenda, infatti, non trova spazio nelle tante narrazioni che si sono succedute nel tempo.

    La Santa Lucia protettrice della vista è da collegarsi alla devozione popolare in quanto il suo nome è composto dalla radice latina “Lux/lucis” che significa “Luce”, la donna che porta il dono della luce spirituale.

    Perché a Santa Lucia si mangia la cuccìa?

    A metà del XVII secolo durante la dominazione spagnola, una terribile carestia aveva colpito la città di Siracusa. Secondo la tradizione, il 13 dicembre 1646, giorno di commemorazione della Santa, al porto di Palermo arrivò una nave carica di frumento e l’avvenimento fu accolto come un miracolo.

    In quella occasione il grano fu consumato direttamente bollito e trasformato in cuccìa. Da allora l’usanza vuole che per ricordare l’evento e per devozione ci si astenga dal mangiare, per l’intera giornata pane e pasta in tutta la Sicilia.

    Ecco perché il 13 dicembre di ogni anno la fa da padrona la cuccìa che a seconda delle località siciliane viene preparata sia semplicemente con sale, ceci, olio e ricotta salata grattugiata e sia -nella sue varie versioni dolci con mosto, vino cotto, cioccolato, creme o ricotta dolce.

    La rinuncia a pane e pasta in questo giorno, inoltre, lascia spazio ai tanti piatti della tradizione siciliana prime tra tutti le arancine ma anche i risotti, i timballi e le panelle preparate con la farina di ceci.

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