More

    Liberati, dopo 108 giorni, i pescatori sequestrati in Libia

    Con una foto twittata dal Presidente Conte QUI è stata ufficializzata, questa mattina, la liberazione dei pescatori ( 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi) sequestrati a Bengasi dai militari del generale Hafgar lo scorso 1° settembre.

    A sette giorni da Natale, 108 dalla loro cattura, il 17 dicembre, giorno del compleanno di Papa Francesco,  segna la fine di un incubo non solo per i diciotto prigionieri ma anche per le famiglie che in questi mesi sono state protagoniste di presidi e proteste affinchè i loro cari venissero liberati.

    Questa mattina, il presidente Conte e il ministro degli Esteri, Di Maio si sono diretti a Bengasi, roccaforte del generale Khalifa el-Haftar dove, da più di 4 mesi, si trovano reclusi anche i pescatori e successivamente sulla sua pagina Facebook Di Maio ha annunciato:

    «I nostri pescatori sono liberi. Fra poche ore potranno riabbracciare le proprie famiglie e i propri cari.

    Grazie all’Aise (la nostra intelligence esterna) e a tutto il corpo diplomatico che hanno lavorato per riportarli a casa. Un abbraccio a tutta la comunità di Mazara del Vallo. Il Governo continua a sostenere con fermezza il processo di stabilizzazione della Libia. È ciò che io e il presidente Giuseppe Conte abbiamo ribadito oggi stesso ad Haftar, durante il nostro colloquio a Bengasi».

    E adesso «Sono sulla nave in rientro in Italia- conferma Cristina Amabilino, moglie di uno dei pescatori di Mazara del Vallo liberati in Libia- Provo solo tantissima gioia, aspettavamo con ansia la notizia; mi hanno confermato che sono sui pescherecci. Non ho ancora parlato con mio marito, anche se lo sento tra due giorni non mi importa, –ha continuato,  ricordando che l’ultima volta che lo ha sentito era l’11 novembre – Abbiamo avuto paura di non rivederlo più»

    La notizia rimbalza su tutti i giornali e a Mazara del Vallo è già una grande festa: Il sindaco, Salvatore Quinci, dopo aver parlato al telefono con Di Maio, su Facebook ha aggiornato la sua immagine di copertina con la foto dei 18 pescatori con su scritto “finalmente liberi”. Ed intanto, dopo 108 giorni, nell’aula consiliare, dove è stata ufficializzata la notizia della liberazione alla presenza di tutti i familiari, è esplosa la festa. Ora si prepara la festa nel grosso centro del Trapanese. «Il più bel regalo di Natale», dicono le famiglie che attendono di riabbracciare i loro cari: «Sono stati 108 giorni da incubo che finalmente sono finiti. E’ un bellissimo regalo di Natale per me e per tutti i familiari dei 18 pescatori. Non vedo l’ora di riabbracciare mio figlio». Ha detto Nuccia Giordano, madre di Giacomo Giacalone, uno dei pescatori mazaresi liberati oggi a Bengasi.

    «Sarà una grande festa». Una festa in grande stile, dicono «Con giochi di artificio, domenica sera, per accogliere i pescatori liberati. Da oggi si apre una nuova era. Chiediamo al governo di avviare una nuova politica per tutelare i nostri marittimi nel Mediterraneo» aggiunge il sindaco Quinci.

    La liberazione dei diciotto marittimi non è passata inosservata davanti al Paese che oggi gioisce per loro e con le famiglie. Messaggi d’affetto arrivano da cittadini comuni da nord a sud. Vicini e lontani ma anche da rappresentanti delle istituzioni come il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci: «Oggi è un risultato per tutti, per il governo nazionale, per la Sicilia e per le famiglie di questi pescatori. In tutto questo tempo ho evitato di fare speculazione perché capivo che l’operazione era molto più difficile e andava al di là dei canali istituzionali. Io credo che in questo momento non serva polemizzare e la cosa più importante oggi è che una mamma, una figlia possa riabbracciare il proprio caro. Tutto il resto appartiene al dibattito politico e ci sarà tempo».

    In una nota del Quirinale, Mattarella si è espresso così: « Il Presidente della Repubblica ha appreso con grande soddisfazione dal Presidente del Consiglio la notizia della liberazione dei nostri pescatori trattenuti in  Libia ed esprime apprezzamento nei confronti del Ministero degli Esteri e dei nostri Servizi di informazione e sicurezza per l’impegno profuso per conseguire questo esito positivo.»

    «In questi mesi sono stato vicino alle famiglie dei pescatori. Tra di loro ci sono mamme, mogli, figlie che avevano bisogno del sostegno della Chiesa». Ha detto il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, nel corso di un incontro con i familiari dei 18 pescatori liberati oggi in Libia, suggellato da un lungo abbraccio con “nonna” Rosetta Ingargiola, 74 anni, la madre del comandante del motopesca “MedineaMatteo Marrone.

    Una liberazione salutata dal vescovo, che ha subito informato la segreteria Vaticana, come “la fine di un incubo“, giunta al termine di tre lunghi mesi di attese e speranze. «Se ragiono con la testa – è il commento del presule – si tratta di un tempo ragionevole, perchè ci sono state trattative lunghe e laboriose. Se ragiono con il cuore allora devo dire che sono stati tre mesi insopportabili. Poteva succedere di tutto, potevano nascere proteste incontrollabili e invece i familiari dei pescatori hanno affrontato questa prova con grande dignità».

    Monsignor Mogavero ha sottolineato la compostezza dei familiari di tutti i marittimi, anche di quelli di nazionalità tunisina che non hanno potuto parlare telefonicamente con i loro cari come avvenuto invece per i pescatori italiani. «Porterò i pescatori liberati dal Santo Padre, lui ci è sempre stato vicino», ha aggiunto il vescovo di Mazara del Vallo (Trapani), monsignor Domenico Mogavero «Poco fa ho parlato con la Segreteria di Stato vaticana. Spero di poterlo incontrare quanto prima per portare i nostri uomini dal Santo Padre e per farli conoscere e fare esprimere ai pescatori la loro gratitudine. Il Papa si è esposto anche pubblicamente in questi mesi».

    La vicenda lascia senz’altro punti oscuri da chiarire ed uno strascico di polemiche che oggi, però non è il caso di riprendere. Oggi si festeggia la liberazione dei pescatori dopo, certo, 108 giorni. Ma alcune cose, non possono essere lasciate passare in cavalleria: «Il fatto che sia stato necessario l’intervento del premier Conte per smuovere una situazione in stallo da mesi e che ormai destava profonda preoccupazione la dice lunga sulla debolezza dimostrata da questo Governo. Adesso, però, tiriamo tutti un sospiro di sollievo». Dice Gaspare Asaro, armatore di Mazara del Vallo, dopo aver appreso la notizia della liberazione dei 18 pescatori dei motopesca ’Antartide’ e ’Medinea’. Nell’ottobre del 2018 a essere fermato fu un suo peschereccio, il ’Matteo Mazzarino’, allora, però, servirono pochi giorni di trattative diplomatiche per portare a casa l’equipaggio, sette persone in tutto. «Grazie all’ottimo lavoro dell’allora ministro», ricorda. «Questa volta il sequestro è durato più a lungo di quanto potessimo aspettarci – dice ancora Asaro -. L’augurio è che vicende simili non debbano più accadere perché fa rabbia dover rischiare la vita così. – E conclude – Adesso tra la marineria di Mazara del Vallo c’è preoccupazione, visto com’è andata, la paura è tanta, noi chiediamo solo di poter lavorare».

    Ad Asaro, infatti, non sono piaciute le parole pronunciate dal ministro Di Maio nei giorni scorsi, «quando ha ammonito i pescatori dall’andare in quelle zone – puntualizza l’armatore -. Non ci si preoccupa così della salute dei lavoratori italiani. Ricordo al ministro che quelle per legge sono acque internazionali e se ha a cuore la questione dovrebbe intervenire in altro modo, facendo capire all’Europa e a chi ha competenza che è intollerabile che la Libia pensi di estendere le proprie acque a 74 miglia dalla costa. Sono state frasi fuori luogo, soprattutto in quel momento».

     «Questa vicenda mette a nudo la debolezza o, in qualche caso, l’incapacità del nostro Governo di incidere sulle dinamiche di carattere internazionale e mediterraneo. In passato a risolvere vicende analoghe sono bastati pochi giorni, oggi invece ci sono voluti oltre tre mesi. E’ il segno di un Governo debole anche dal punto di vista delle relazioni internazionali. Oggi, però, è il momento della gioia per i familiari e per i pescatori che finalmente potranno tornare a casa e riabbracciare i propri cari». Ha detto l’assessore all’Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca mediterranea della Regione siciliana, Edy Bandiera.   

    Ultimi articoli