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    Pescatori liberati: Mazara pronta ad accogliere i 2 pescherecci; Musumeci scrive a Conte: «pescatori stanchi di essere considerati pirati nel loro mare»

    Mazara si prepara ad accogliere i due pescherecci Antartide e Medinea. I due pescherecci con a bordo i 18 pescatori liberati dopo 108 giorni di prigionia a Bengasi (QUI), attraccheranno sulla banchina Ruggero Secondo, l’ultima del porto nuovo mazarese. La pioggia battente rende l’attesa dei 18 marittimi (QUI), ora entrati in acque territoriali, ancora più snervante (QUI). In queste ore gli smartphone dei 18 pescatori sono entrati nuovamente in funzione, con chat e commenti sui social, da tempo attesi dai familiari.

    Tra le foto condivise anche quella della cena di ieri a bordo, offerta dalla Marina Militare e dall’equipaggio della nave «Carlo Margottini», con un biglietto di: «Bentornati a casa».

    All’interno dell’area portuale è già operativo l’intero protocollo d’accoglienza, con la presenza delle forze dell’ordine (carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia municipale) e il personale dell’Usca dell’Asp di Trapani che si occuperà dei tamponi. Sul posto sono stati montati anche dei gazebo per l’area stampa. L’aria umida è pregna di emozione: I familiari arrivano con il cuore che batte all’unisono con la pioggia. Eleganti e incuranti dell’acqua che cade e che potrebbe rovinare la messa in piega, oggi è e resterà sempre una giornata di festa!

    «Sono emozionato come un bambino» dice l’armatore del peschereccio Medinea, Marco Marrone, anche lui al porto nuovo di Mazara del Vallo, in attesa dell’arrivo dei 18 pescatori, da Bengasi. Le due imbarcazioni, secondo i tracciati, si trovano già di fronte la costa trapanese. «Questa storia mi auguro che lasci in eredità un cambiamento – aggiunge l’armatore Marrone – dobbiamo lottare affinché questa gente che lavora per guadagnarsi il pane non subisca questo».

    E un auspicio al cambiamento arriva anche dal Presidente della Regione Sicilia che in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, scrive: «Non c’è più tempo da perdere: la dolorosa vicenda, a lieto fine, del sequestro dei pescatori siciliani da parte delle autorità libiche impone, in termini ormai non più procrastinabili, una decisa azione politica e diplomatica del governo italiano in sede internazionale». Musumeci ricorda come «da oltre mezzo secolo i nostri pescherecci vanno a lavorare nel mare Mediterraneo mettendo a rischio la propria sicurezza e, per ben tre volte, pagando con la vita le aggressioni delle motovedette tunisine e libiche».

    Secondo il presidente della Regione Siciliana «va definita una volta per tutte sia la delimitazione del cosiddetto Mammellone, nel mare antistante la Tunisia, sia la Zona economica esclusiva che la Libia ha spostato arbitrariamente oltre 65 miglia in avanti (QUI) . Pretese insostenibili, che finiscono per colpire solo la marineria isolana, sempre più vittima di angherie e soprusi da parte dei due Paesi nordafricani».

    Nella sua lettera al Premier, Musumeci ha sottolineato «la necessità che Conte chieda all’Unione Europea di smetterla di girarsi dall’altra parte e di intervenire finalmente, in maniera risoluta, con un efficace ruolo di mediazione. I nostri pescatori – conclude Musumeci – sono stanchi di essere considerati pirati nel loro mare».

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