La Sezione penale e Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani ha emesso un decreto di confisca nei confronti dell’intero patrimonio di Marco Giovanni Adamo e del figlio Enrico Maria, originari di Castelvetrano (Tp) e attivi nel settore del movimento terra e dell’edilizia eseguito dalla DIA.
I due imprenditori sono molto noti nella cittadina del Belice per il loro impegno in politica, in particolare Enrico Maria Adamo dove a Castelvetrano ha svolto il ruolo di assessore e componente del Consiglio comunale.
La confisca riguarda l’intero capitale sociale e il patrimonio aziendale di tre imprese, nonché numerosi appartamenti, terreni, automezzi, un’imbarcazione da diporto, conti correnti bancari e disponibilita’ finanziarie, per un valore complessivo stimato in circa 4,5 milioni.
Nessuna novità se si pensa che nel 2017, i due impresari, erano gia’ stati raggiunti dal sequestro anticipato del patrimonio societario, immobiliare e mobiliare, in quanto risultati tra le evidenze investigative nell’ambito dell’operazione “Eva” condotta dalla DIA.
In quell’occasione la Direzione Investigativa Antimafia evidenziava, tra le altre, l’esistenza di legami con ambienti mafiosi trapanesi e agrigentini per l’aggiudicazione di importanti appalti di opere pubbliche e private.
Tra queste, pare ci fossero le condotte idriche per la distribuzione irrigua delle acque invasate nella diga Delia, il metanodotto tra Menfi e Mazara del Vallo e l’acquedotto Montescuro Ovest. Marco Giovanni Adamo, in particolare, avrebbe beneficiato dell’appoggio del sodalizio capeggiato da Matteo Messina Denaro.
A segnare le orme del padre, il figlio Enrico Maria che, divenne amministratore delle aziende di famiglia proprio quando il padre temeva di poter essere raggiunto da provvedimenti giudiziari. Lo stesso, secondo le risultanze investigative, pare avesse consentito l’infiltrazione mafiosa delle imprese di Lorenzo Cimarosa, all’epoca uno dei referenti imprenditoriali di “cosa nostra”, nei lavori per la realizzazione del centro comunale polifunzionale di Castelvetrano, formalmente aggiudicati a un’impresa ragusana, poi colpita da provvedimento interdittivo della Prefettura di Trapani.
I rapporti degli Adamo con “cosa nostra” sono stati confermati anche da alcuni collaboratori di giustizia.
Nei confronti di padre e figlio è stata applicata anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di 3 anni e 6 mesi con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per Marco Giovanni Adamo e 2 anni e 6 mesi con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per il figlio.