Ogni pietra è tornata al suo posto come se nulla, quasi, fosse successo. Quasi, si, perché di fatto, nei giorni scorsi, piazza Carmine ha fatto discutere e indignare, non poco, non solo i cittadini della vetta, ma anche chi ad Erice non ci vive ma la ama e la stima. In breve, erano stati avviati i lavori, approvati nel 2015 dalla Soprintendenza, per la messa in posa dei LOGES, acronimo di Linea di Orientamento Guida E Sicurezza, al fine di consentire a non vedenti ed ipovedenti l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo. Fin qui nulla da dire. Il problema sorge dalle modalità.
Per l’attuazione del percorso, infatti, era stata utilizzata una lastra di marmo per l’applicazione della quale, era stata necessaria l’estirpazione del secolare basolato ericino. Un’eresia se si pensa al patrimonio storico culturale che la pavimentazione stradale del comune ericino custodisce e protegge da sempre.
E mentre i lavori, iniziati e bloccati, in ventiquattro ore venivano fotografati da curiosi e addetti, molte erano le domande che tanti si ponevano tra tutte: chi li avesse autorizzati.
La risposta tuonava dal palazzo comunale più come una giustificazione che come spiegazione, nonostante trovasse sulle carte numeri di protocollo datati e firmati in precedenza (BB.CC. di Trapani con nota del 20.09.2015, prot. 7093). Allora veniva da chiedersi: nonostante l’eventuale responsabilità non fosse da imputare a questa amministrazione, nel momento in cui il progetto, ratificato così indietro nel tempo rispetto ai giorni nostri, stesse per partire, perchè nessuno ha ricontrollato che tutto fosse in linea con le regole odierne? Si è forse guardato solo al fatto che stavano scadendo i 5 anni per l’esecuzione dei lavori e che sarebbe stata necessaria una nuova autorizzazione? (QUI) E come mai la Soprintendenza, sapendo che Erice è vincolata per l’attività urbanistica non ha tenuto conto di eventuali alternative? Certo è che sulla vicenda è intervenuto l’assessore ai beni culturali Samonà e oggi, l’attenzione, almeno quella politica, cerca di essere spostata sul “chi ha bloccato i lavori”.
La sindaca Daniela Toscano, infatti, tiene a precisare che lo stop ai lavori intimato per fermare la messa in posa dei loges di pietra, non è arrivato dall’assessore Samonà, ma dalla sua amministrazione, la stessa che li ha avviati e che, in quarantotto ore ha provveduto a rimuovere le lastre di marmo e ricoprire il solco, lasciato dalle stesse, con del terriccio, prima, ripristinando il basolato, poi.
Precisazione a parte, molte altre sono le domande alle quali bisognerebbe dare le risposte perché se è vero che questo progetto è servito per avere maggiori finanziamenti, inserendolo all’interno di una più ampia pianificazione per «ottenere un maggiore punteggio e un miglioramento del posto in graduatoria, utile ad acquisire il finanziamento» per la pavimentazione della via Apollonis, il ripristino del collegamento tra le vie Pilazza e Conte Pepoli, la messa in sicurezza di via dei Mestieri, la ristrutturazione della Cappella della Madonna SS di Custonaci, il recupero del Giardino delle Amarene e la riqualificazione Porta Carmine « È stato da subito evidente che le modalità di realizzazione di questo specifico intervento, seppur previsto nell’ambito di un progetto complessivo di recupero e miglioramento del centro storico di Erice Capoluogo, presentavano evidenti criticità, da subito condivise dalla nostra amministrazione» ma subito dopo averlo avviato.
Un avvio che ha comportato una spesa non ancora quantificata e che ha poi, probabilmente dovuto prevedere un’ulteriore spesa per il ripristino di lavori non conformi alle regole. (QUI)
La speranza è che almeno la lastra di marmo acquistata per i loges venga riutilizzata dal comune altrove, così da non perdere l’”investimento” fatto. Nel frattempo, Tpostit, che aveva interpellato l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (U.I.C.I.), già precedentemente si domandava come mai nessuno avesse almeno solo provato a parlare con la categoria dei diretti interessati per capire se ci fossero delle soluzioni meno invasive (come quelle suggerite a noi dalla stessa associazione).
Ma è proprio nelle ultime ore che la sindaca Toscano ha annunciato l’intenzione di incontrare queste «associazioni e di effettuare una variante al progetto. Tra l’altro il percorso rappresenta anche una via di fuga nell’ambito del Piano comunale della Protezione Civile, dal momento che proprio piazza Carmine è uno dei luoghi di riunione in caso di emergenze come calamità naturali».
photo credits Mario Torrente