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    Ancora un colpo al fianco della “Primula Rossa”: Confisca definitiva di beni per 250 mila euro al cognato di Messina Denaro

    Beni per un valore di 250 mila euro sono stati sequestrati dalla Dia di Trapani, coordinata dalla procura di Marsala, a Gaspare Como, cognato del boss latitante Matteo Messina Denaro, attualmente detenuto per associazione a delinquere di tipo mafioso, mentre oggi, martedì 23 giugno 2020, da Palermo a Catania le Cupole mafiose dei Di Tommaso e del Clan Cappello vengono segnate da importanti arresti (12 a Palermo e 52 a Catania)

    La confisca segue la condanna definitiva di Como a 3 anni e 6 mesi di reclusione, per trasferimento fraudolento di valori. Per concorso nel medesimo reato sono stati condannati la moglie, Bice Maria Messina Denaro e Gianvito Paladino (un anno e 6 mesi). I beni sottoposti a confisca, già sequestrati dalla Dia nel 2013, sono un’attività commerciale di abbigliamento, un locale di circa 200 mq intestato a Valentina Como (sorella di Gaspare) e un’auto di grossa cilindrata.

    Como, nella carta d’identità commerciante di Castelvetrano, è il marito di Bice Maria Messina Denaro, sorella della Primula Rossa al quale, proprio nei giorni scorsi, l’operazione Ermes della DDA di Palermo, faceva terra bruciata arrestando i suoi “postini” Giuseppe Calcagno e Marco Manzo che oltre garantire la comunicazione con i pizzini da e verso il boss avrebbero retto quelli che sono i rapporti più intensi con Vito Gondola, morto il 13 luglio 2017, e sui rapporti che il capomafia mazarese intratteneva con altri appartenenti alla famiglia mafiosa di Marsala, di Campobello di Mazara e di Castelvetrano.

    Gaspare Como, mentre scontava la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, dopo aver espiato una lunga detenzione in carcere, aveva avviato una fiorente attività commerciale a Castelvetrano e continuato a fare investimenti in beni mobili e immobili e in aziende, intestando tutto a terze persone. L’esame delle movimentazioni bancarie degli indagati (sui cui conti operava esclusivamente il Como, apponendo anche firme false) e alle intercettazioni telefoniche sulle utenze delle aziende, che hanno permesso di arrivare al vero proprietario

    Como, attualmente detenuto in carcere, nel 2018 è stato nuovamente sottoposto a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, su proposta del direttore della Dia, e arrestato, insieme a Rosario Allegra (altro cognato di Matteo Messina Denaro, poi deceduto) e numerosi altri presunti affiliati a Cosa nostra, perchè ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Castelvetrano.

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