Nato come “Decreto Aprile”, ribattezzato “Decreto Maggio” ieri, mercoledì 13 maggio 2020, c’è stato presentato come “Decreto Rilancio” durante la Conferenza stampa del Presidente Conte, con i Ministri Gualtieri (Economia e Finanze), Speranza (Salute), Patuanelli (Sviluppo Economico) e Bellanova (Politiche Agricole, Alimentari e Forestali).
Oltre 200 gli articoli, appena approvati dal Consiglio dei Ministri, che si sono accumulati nei mesi trascorsi in attesa di decisioni come se fossero “due manovre”. Decisioni da tramutare in fatti per supportare imprese, famiglie, scuola, partite iva e tutte le fasce dei più deboli che, nel frattempo, sono diventate dobolissime. Alcune si sono suicidate, altre non ce la faranno. Un accenno di “mea culpa” sulle tempistiche è stato fatto dal presidente durante la conferenza «sappiamo di essere arrivati tardi. Vi posso assicurare che ogni ora di lavoro pesava perché sapevamo di dover intervenire quanto prima. – ha detto Conte -Abbiamo impiegato un pò di tempo ma posso assicurarvi che non abbiamo impiegato un minuto di più di quello strettamente necessario per un testo cosi complesso».
E durante questo periodo l’Italia, che aveva già una cartella clinica disastrata, si è collassata. Certo, oggi la causa è l’emergenza covid-19 (il danno) ma la beffa, restano i soldi annunciati da mesi e mai ricevuti.
«C’è un Paese in grande difficoltà – ha continuato il presidente del Consiglio – quella di oggi è la manovra per fronteggiare questa fase che contiene delle premesse perché questa fase di ripartenza possa concretizzare una prospettiva di ripresa economica e sociale»
Ieri sera il presidente del Consiglio Conte, ha illustrato quanto è stato messo a “rilancio” per l’Italia: 55 miliardi di euro (in deficit) è il pacchetto delle misure straordinarie proposto dal governo
«Il decreto Rilancio arriverà in Parlamento. Con le forze di maggioranza ma spero anche con l’opposizione mi auguro che il decreto possa essere migliorato» ha detto il premier.
«Introduciamo misure di rilancio e sostegno alle imprese per una pronta ripartenza – ha precisato Conte – . Aiutiamo le famiglie che hanno figli, abbiamo un reddito di emergenza. Per i lavoratori le risorse sono cospicue, sono pari a 25,6 miliardi di euro. Introduciamo misure di rilancio e sostegno alle imprese per orientare l’economia ad una pronta ripartenza, c’è anche il reddito di emergenza per le fasce che hanno bisogno di una maggiore protezione e tagliamo 4 miliardi di tasse».
«Ci sono 15-16 miliardi alle imprese – ha proseguito il premier – che verranno erogati in varie forme dalle più piccole fino alla possibilità di capitalizzare le più grandi. Tagliamo in pratica 4 miliardi di tasse per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato» bloccando la rata Irap di giugno.
«Per gli autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni separate Inps arriveranno 600 euro subito, perché saranno dati a chi ne ha già beneficiato. Spero possano arrivare nelle prossime ore, quando il decreto andrà in Gazzetta ufficiale, poi ci riserviamo di integrarli con un ristoro fino a 1000 euro».
«Dobbiamo semplificare e fare in modo che arrivino in modo rapido, veloce» le risorse stanziate. «Abbiamo pagato l’85% di cassa integrazione, quasi 80% di bonus autonomi, misure per 4,6 milioni di lavoratori. Abbiamo lavorato per rendere meno farraginosi i passaggi e confidiamo di recuperare il tempo perduto, avendo snellito la procedura». Ci sono poi 1,4 miliardi per università e ricerca e l’assunzione di 4000 nuovi ricercatori. (QUI TUTTI I DETTAGLI)
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