Al momento dell’arresto, avvenuto questa mattina, lunedì 16 gennaio 2023, Matteo Messina Denaro “indossava un prestigioso orologio di marca molto particolare. Da quello che abbiamo accertato, il valore dovrebbe aggirarsi intorno ai 30-35 mila euro”. Ha detto il dottor Giuseppe Arcidiacono, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo durante la conferenza stampa presso la sede della Legione Carabinieri Sicilia, a Palermo appena conclusa in merito l’arresto di Matteo Messina Denaro.
“Avevamo un nome, sapevamo della malattia e avevamo iniziato una ricerca incrociata nel database del sistema sanitario nazionale cercando un uomo di 60 anni malato oncologico ed è venuto fuori la prenotazione della terapia per oggi“. Ha poi sottolineato il procuratore aggiunto Paolo Guido a margine della conferenza.
Matteo Messina Denaro, secondo quanto si apprende dalla cartella clinica, sarebbe affetto da “ADENOCARCINOMA MUCINOSO DEL COLON” cioè una forma tumorale aggressiva che attacca il colon. La diagnosi risale al novembre 2020 quando, si presume, veniva operato all’ospedale “Abele Ajello” di Marsala. Alla clinica privata “La Maddalena“, invece, Diabolik (questo uno dei tanti soprannomi dell’ormai ex superlatitante), andava per delle sedute di chemio (circa 11 metastasi in corso).
“Faceva la chemio con me ogni lunedì. Stavamo anche nella stessa stanza, era una persona gentile, molto gentile”. Così una donna, in un video di Tv2000 anticipato stasera dal Tg2000, racconta di aver condiviso le sedute di chemioterapia con Matteo Messina Denaro all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo in cui stamane il boss mafioso è stato catturato dai Carabinieri del Ros. Nel video, che sarà trasmesso integralmente dal programma ‘Siamo noi’ domani 17 gennaio alle ore 15.15, le parole della paziente: “Ci sono anche mie amiche che hanno il suo numero di telefono. Lui mandava messaggi a tutti. Ha scambiato messaggi con una mia amica fino a questa mattina. Lei è ora sotto shock a casa“.
“Lui veniva chiamato Andrea”, (Andrea Bonafede) prosegue la donna. “Ho fatto la chemio con un boss, incredibile”, ripete la signora nel video di Tv2000, “ho fatto terapia da maggio a novembre. Abbiamo fatto la terapia insieme per tutta l’estate e lui veniva anche con la camicia a maniche lunghe”.
Un cancro che, però non lo risparmierà dal regime del carcere duro “Al momento le condizioni sono compatibili con la detenzione in carcere. Ancora, in questo momento, non possiamo rispondere su quale sarà la struttura penitenziaria a cui sarà destinata Matteo Messina Denaro”. Ha detto il procuratore aggiunto Paolo Guido rispondendo alle domande dei cronisti nel corso della conferenza stampa per l’arresto del boss Matteo Messina Denaro. E’ stato già proposto il 41 bis per il detenuto e la Polizia penitenziaria è pronta alla custodia : “L’arresto del capo mafia Matteo Messina Denaro è un grande risultato per le istituzioni repubblicane impegnate nella lotta alla mafia ed alle criminalità organizzate e premia la sinergia tra forze dell’ordine e magistratura, mai domi nella ricerca e nella cattura dei responsabili dei peggiori crimini commessi nella storia repubblicana”. Ha detto Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) riferendosi all’arresto di stamane a Palermo del boss.
“Non dimentichiamo che Denaro è stato riconosciuto mandante, tra gli altri, dell’omicidio del poliziotto penitenziario del carcere Ucciardone di Palermo, Giuseppe Montalto, che fu ucciso a Trapani il 23 dicembre 1995 – ha aggiunto – Montalto fu ucciso, questo rivelarono i pentiti, per la sua inflessibilità nel servizio, proprio nella sezione dei 41bis, dove intercettò un ‘pizzino’ poi consegnato alle autorità.
Il Corpo di Polizia Penitenziaria, per il tramite delle donne e degli uomini del gruppo Operativo mobile, è pronto a prendere in custodia, con la fermezza e l’umanità che sono nello spirito della nostra Costituzione, Matteo Messina Denaro – ha concluso – Il gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria si occupa, fin dalla sua istituzione nel 1997, della custodia e della detenzione di centinaia e centinaia di boss mafiosi ad altissima sicurezza”.
“E un giorno di festa per me, che ho cominciato l’avventura che mi ha portato alla presidenza del Consiglio dei Ministri dalle macerie di via D’Amelio e sono fiera del fatto che il primo provvedimento del Governo che presiedo sia stato sul carcere duro”, sul regime del carcere ostativo. Ha detto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che oggi ha raggiunto Palermo per congratularsi dell’operazione. “Se oggi non corriamo rischi dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro di regimi carcerari meno rigidi è perché quell’istituto fortemente voluto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è stato difeso dai provvedimenti del Governo”