Il blitz anticorruzione “ Sorella Sanità” della Guardia di finanza che ha scoperto un giro di mazzette attorno ad alcuni appalti di 600 milioni della sanità siciliana portando all’arresto, tra gli altri, del coordinatore per l’emergenza coronavirus in Sicilia, Antonio Candela, e del direttore dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, Fabio Damiani,
«ci lascia esterrefatti e testimonia che questo bubbone è più che mai radicato e diffuso. I reati contestati agli accusati sono di una gravità inaudita».
Così il sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, che si complimenta con «i magistrati e con gli uomini della Guardia di finanza per la brillante operazione.
Ed il primo cittadino marsalese aggiunge: «Visto il coinvolgimento nell’operazione anti corruzione del direttore generale dell’Asp di Trapani stiamo anche valutando la possibilità di costituirci parte civile, dal momento che è stata lesa l’immagine della nostra provincia e della nostra città e che, di recente, lo stesso manager – conclude – aveva mosso dure e infondate critiche alla nostra Comunità trapanese».