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    Bonagia: stretta sul parcheggio del porticciolo, l’obiettivo è l’agenda 2030

    Non è certo periodo da “Zona a Traffico Limitato” dopo le polemiche suscitate a Trapani per l’apertura della ZTL ma l’amministrazione valdericina punta a dare un senso a quanto già aveva.

    La sua ZTL sul lungomare di Bonagia, quello che costeggia il suggestivo porticciolo della Tonnara, su cui l’amministrazione Stabile punta molto, esisteva già ma, il suo recupero è sul “piano Stabile” oltre che su quello dell’agenda 2030.

    Andiamo per ordine: Dal recupero delle Muciarie  (QUI da anni lasciate a marcire sotto il sole e le intemperie) ad un nuovo progetto per il litorale (QUI) che, da Bonagia, si vuole rinnovare fino a Rio Forgia, il sindaco di Valderice Francesco Stabile, fissa il divieto di sosta a piazza Tonnara dalle 19:00 all’1:00 e vieta, dalle 18:00 a 00:00 l’accesso con le auto nell’area del porticciolo da cui di accede alla Tonnara ed ad alcuni locali.

    La stretta però, si chiama recupero per lo Sviluppo Sostenibile. Quello sottoscritto dai governi di 193 Paesi membri dell’ONU nel 2015 ma che di fatto, fino ad oggi, nessuno nel trapanese si era occupato di realizzare tanto che Trapani è finita negli ultimi posti della classifica delle smart city. 

    La classifica che mette in evidenzia quanto le città italiane sono vicine agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e come possono contribuire al loro raggiungimento a livello nazionale. A questo appuntamento, Trapani è sempre in tremendo ritardo, tanto da restare ultima

    L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, invece, è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

    Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo SostenibileSustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni.

    Obiettivi comuni” significa che riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.

    Tra questi obiettivi, il nono e l’undicesimo parlano proprio di città, infrastrutture e sostenibilità.

    L’obiettivo numero 9Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile” evidenzia come «si riconosce ormai da tempo che la crescita della produttività e dei redditi, così come migliori risultati nella sanità e nell’istruzione, richiedono investimenti nelle infrastrutture. Lo sviluppo industriale inclusivo e sostenibile è la prima fonte di generazione di reddito; esso permette un aumento rapido e sostenuto del tenore di vita delle persone e fornisce soluzioni tecnologiche per un’industrializzazione che rispetti l’ambiente.»

    Mentre l’undicesimo afferma che «Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili». E continua dicendo che: «Le città sono centri per nuove idee, per il commercio, la cultura, la scienza, la produttività, lo sviluppo sociale e molto altro. Nel migliore dei casi le città hanno permesso alle persone di migliorare la loro condizione sociale ed economica. Ma molte sono ancora le sfide poste dall’ambiente urbano includono il traffico, la mancanza di fondi per fornire i servizi di base, la scarsità di alloggi adeguati, il degrado delle infrastrutture. Le sfide che le città affrontano possono essere vinte in modo da permettere loro di continuare a prosperare e crescere, migliorando l’utilizzo delle risorse e riducendo l’inquinamento e la povertà. Il futuro che vogliamo include città che offrano opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base, all’energia, all’alloggio, ai trasporti e molto altro».

    I cambiamenti imposti in tal senso a Trapani e a Valderice, hanno certamente creato dei dissensi ai quali, ci si adatterà.

    E ci si adatterà, non solo alle ZTL o ai divieti (in via sperimentale) ma anche ad altro, perché ci sono dei progetti più grandi da fare. Progetti che riguardano tutti e che hanno già fissato un traguardo per il bene comune. Un “comune” che non rientra all’interno del Comune circoscritto ma che riguarda il Pianeta. Ciò che sta per accadere, in ritardo, è un’inversione di tendenza, una rivoluzione culturale. da una parte e dall’altra.

    Si va verso la ricerca di un equilibrio tra cittadini e amministrazioni e soprattutto tra uomini e pianeta.

    Se parcheggiare l’auto e fare i classici “4 passi” è oggi un problema, entro il 2030 allora ci si dovrà adattare a tanti altri “problemi” in tal senso, perché i messaggi per aiutare madre terra non sono solamente quelli veicolati dall’attivista Greta Thunberg. Dal canto loro, tutte le amministrazioni sono chiamate ad intervenire in maniera forte affinchè vengano raggiunti gli obiettivi di sostenibilità ma proponendo servizi equi alle misure adottate e impegnandosi sul resto degli altri fronti (sull’energia, sull’ambiente, salute, educazione, economia,innovazione, lavoro ecc) al fine raggiungere il cambiamento.

    Il futuro appartiene a tutti e tutti siamo chiamati a contribuire per realizzarlo nel miglior modo possibile.

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