Straordinario, è così che è stato definito il rientro a scuola 2020 per i circa sei milioni di studenti che oggi, lunedì 14 settembre, tornano sui banchi dopo sei mesi di chiusura.
Tra loro, ci sarà chi a scuola ci entrerà per la prima volta. Tra questi, anche le materne statali. Certamente nessuno immaginava che, questo ingresso, prevedesse mascherine e gel per disinfettare le mani a rinforzare il corredo che da sempre, è fatto da zaini e cartelle colorate, diari e portapenne che si arricchisce di quaderni e libri nei giorni seguenti.
«Questo rientro in classe è davvero importante, ci saranno difficoltà e disagi soprattutto all’inizio. La scuola peraltro sconta carenze strutturali che ci trasciniamo da anni, aggravate dall’attuale pandemia. Ma voi dovrete fare la vostra parte, dovrete impegnarvi a rispettare le regole di cautela» per tutelare «la vostra salute e quella delle persone che amate». Così ha detto ieri il premier Giuseppe Conte durante il suo discorso per augurare un buon anno scolastico mentre il suo governo, in questi mesi, è stato impegnato a dotare le scuole italiane con carenze strutturali, di nuovi banchi per “garantire” il distanziamento.
Nel frattempo, però, lo stesso governo ha inviato un patto di corresponsabilità da far firmare alle famiglie, nel quale, nero su bianco, nonostante la sottolineatura di Conte in un “lo Stato ci sarà “ , si scarica da ogni responsabilità (insomma dopo aver visto cosa è stato per sua mano con le discoteche pensa di farla franca con degli A4)
Nel documento, infatti, si delega ai genitori la responsabilità, civile e penale, della gestione di un possibile contagio da covid e gli si impone di tenere a casa il proprio figlio o la propria figlia per qualunque sintomo (raffreddore, tosse, mal di testa, vomito o diarrea). Pena, la mancata ammissione nell’istituto.
E lasciando stare i soldi spesi per banchi, mentre le scuole cadono a pezzi (durante 9 mesi tra lock down e vacanze estive qualcuno pensava che le più fatiscenti venissero, se non altro, messe in sicurezza piuttosto che ricevere banchi con le rotelle), mentre ieri Conte si complimentava con le insegnanti( invitate anche a pulire i banchi), oggi molte scuole aprono con le solite classi pollaio (la riduzione è stata di solo 2 unità) e senza docenti in classe, personale ata e ausiliari.
Motivi che hanno fatto insorgere le preoccupazioni dei genitori che spesso hanno dovuto aiutare la scuola (nella pandemia che viviamo) a fare le pulizie, ad acquistare il materiale (come ad esempio la carta igienica e le mascherine) per una ripartenza che oggi, al suono della campanella, risulta impreparata.
Quello promesso dal commissario Arcuri, infatti, non è arrivato in molte scuole e così, anche per la misurazione della febbre saranno le famiglie a dover gestire la cosa. Le stesse che nel frattempo, devono andare a lavoro che (molte) hanno smesso di essere in modalità smartworking. Pertanto qualora dovesse tenere il proprio figlio a casa, innescherebbe un’altra macchina chiamata permessi o babysitter che il ministro Azzolina, non ha mai detto di voler/poter supportare. Al contrario. La ministra aveva garantito una ripartenza in sicurezza(oggi, con il patto di corresponsabilità, non garantita); con l’assunzione di tutti i docenti( ma dalle graduatorie aggiornate in ritardo, non tutti gli insegnanti sono stati chiamati); un concorso, bandito a luglio, al momento senza alcun aggiornamento sulle prove selettive. Forse, allora, era il caso, come dicevano molte precarie e tanti sindacati, di stabilizzare chi lavorava da anni per garantire, se non altro una presenza a settembre.
Più che un buon anno, dunque , bisogna augurare buona fortuna a chi riparte e a chi inizia, nella misura in cui gli italiani, dopo un primo periodo di lamentele e polemiche si adattano e vanno avanti facendo le capriole
Il problema è che il covid, se qualcosa di buono ha prodotto, è proprio quello di averci fatto capire che le cose vanno fatte bene e in regola, perché altrimenti ci si ritrova con un pugno di mosche in mano.
Oggi i dirigenti, si trovano con le mani legate perché, pur sapendo di quante unità necessita la scuola, non possono assumere. A far bella la scuola, restano comunque, sempre loro: i sorrisi, seppur timidi e incerti dei ragazzi che si ritrovano ancora in questo nuovo “straordinario “ inizio!
Mà