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    Camillo Iovino non si ricandiderà alla carica di sindaco.

    Il sindaco Camillo Iovino stamani ha annunciato la sua decisione di non ricandidarsi alle prossime elezioni amministrative. Le motivazioni della sua scelta, illustrate nel corso di una conferenza stampa, sono tutte di ordine politico ed amministrativo.

    «Bisogna far chiarezza e, in questo momento difficile, bisogna anche trovare il coraggio di scelte radicali. Non basta annunciare i tagli necessari al bilancio e poi non prendere i conseguenti provvedimenti. Devo constatare amaramente che i partiti politici non sono pronti a scelte importanti per affrontare la crisi economica e finanziaria che sta investendo le nostre famiglie e le nostre imprese. Mi appresto a varare una manovra finanziaria comunale radicale in cui tutti dobbiamo fare sacrifici. Prima di condividerli con la comunità però bisogna imporli alla politica, me compreso. Le misure avranno anche un impatto significativo sulla struttura amministrativa e burocratica dell’Ente. I Revisori del Comune ed i magistrati della Corte dei Conti sono stati chiari: “bisogna abbassare la spesa corrente. In particolare la spesa per il personale va ridotta aumentando nel contempo la produttività ipotizzando, anche, la settimana lunga e riducendo ulteriormente i settori. È prevista anche un’ulteriore diminuzione delle indennità di Sindaco ed assessori! Bisogna rimodulare l’erogazione dei servizi a domanda individuale (asilo nido, impianti sportivi) che ad oggi hanno un costo eccessivo rispetto alle entrate; infine risparmiare sulla bolletta energetica. Cercheremo di migliorare i servizi di pronto intervento, specie quelli di riparazione delle strade, per ridurre i contenziosi con i cittadini e le condanne a pagare i danni causati dagli incidenti. Ulteriore obiettivo di questo ultimo scorcio di sindacatura sarà la lotta all’evasione e un programma di investimento sulla sicurezza degli immobili e dei luoghi di lavoro. Riteniamo di potere garantire e migliorare alcuni interventi di welfare comunale a sostegno delle famiglie e nella prevenzione dei disagi sociali, confermare il supporto alle politiche scolastiche attraverso gli abbonamenti Ast, la mensa ed il trasporto scolastico comunale».

    «Lavorerò, con chi mi vorrà seguire su questa strada, per giungere alla diminuzione della pressione dei tributi comunali nel 2013 (IMU ed addizionale Irpef), alcune risorse potrebbero venire dalla vendita di alcuni immobili. Accelereremo, e forse completeremo – continua il sindaco – , i processi di informatizzazione: la trasparenza e l’efficienza oltre che migliorare il rapporto con il cittadino diminuiscono i tempi di erogazione dei servizi. Il nodo dei precari va affrontato e non prorogato: il contratto dei 125 precari (41 ex art.23, 47 ex Lsu, 26 ex Pacchetto Treu, 11 ex Coop. Mediterranea), scade il 31 dicembre prossimo, ci siamo impegnati a trasformare il contratto a tempo indeterminato per il massimo che ci consentiva la normativa cioè nove persone (ex art.23). Per gli altri non c’è spazio sul bilancio comunale: ho l’impressione che la Regione voglia scaricare tutto sulle spalle degli enti locali; infatti ad oggi la Regione non ha ancora rimborsato i 280.000 euro che  abbiamo anticipato per il contratto dei 47 ex Lsu per il 2011».

    «Quelli elencati – conclude Iovino – sono nodi cruciali che voglio affrontare senza compromessi, e senza farmi ricattare per una futura poltrona da sindaco. Per tale motivo ho deciso di intraprendere una scelta radicale: mi dedicherò in questo momento di crisi sociale esclusivamente al governo della città ed i partiti potranno liberamente giocare a “guardia e ladri” per prepararsi alle prossime elezioni comunali. Non voglio essere un capro espiatorio ma confrontarmi ad armi pari senza alcuna compromissione: le scelte da prendere sono improcrastinabili, e necessarie se vogliamo contribuire a far ripartire l’economia e non penalizzare ulteriormente la comunità valdericina. Ciascuno dovrà fare la sua parte, compreso i dipendenti comunali: se vogliamo contribuire a  superare questo difficile momento ognuno dovrà rinunciare a qualcosa: il settore privato ha già pagato, e continua a farlo, un duro prezzo, con imprese che chiudono e operai licenziati. È l’ora che una stretta ed un esempio giunga anche dal settore pubblico».

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