E’ stata confermata dalla Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Mario Fontana, la condanna a 30 anni di carcere per Carmelo Bonetta, 36 anni, per l’omicidio di Nicoletta Indelicato, 25 anni, uccisa con venticinque coltellate e poi bruciata la notte tra il 16 e il 17 marzo 2019 nelle campagne di contrada Sant’Onofrio, nell’entroterra marsalese (TP).
Due anni dopo, quando anche un post sulla pagina Facebook istituzionale del comune di Marsala, trapelava la preoccupazione dei genitori e l’allarme della Prefettura e delle forze dell’ordine, è arrivata la conferma di una condanna già annunciata.
Il 15 maggio 2020, in primo grado, Bonetta, reo confesso, era stato condannato, con rito abbreviato, dal gup di Marsala Francesco Parrinello. Davanti alla Corte, Bonetta ha detto di essere pentito e affranto per l’omicidio di Nicoletta, tanto da non riuscire a dormire la notte.
Probabilmente gli incubi non tormentavano solo Bonetta. Per l’uccisione della giovane vittima, il primo febbraio, è stata condannata anche l’amica Margareta Buffa, 31 anni, per cui la Corte d’Assise di Trapani, ha disposto l’ergastolo.
Sin dall’inizio, infatti, Margareta, anche lei di origine romena come la vittima con cui è arrivata in Italia da bambina e adottata da differenti famiglie marsalesi, ha negato ogni suo coinvolgimento nell’omicidio.
Bonetta sin dall’inizio aveva confessato le sue responsabilità, con interrogatori sempre più esaustivi per la ricostruzione del delitto tanto da aiutare gli inquirenti a ritrovare il corpo carbonizzato in contrada Sant’Onofrio.. L’autopsia eseguita successivamente sulla vittima mise in evidenza che quella notte Nicoletta Indelicato provò a difendersi. I due furono arrestati dai carabinieri all’alba del 20 marzo dopo una parziale confessione di Bonetta.
Durante il processo in corso a Trapani è stata depositata un’intercettazione registrata la notte del 19 marzo nella sala d’aspetto della stazione dei carabinieri di Marsala. «No forse non l’hai capito, non si deve trovare il corpo. Ok? capiscimi», diceva Margareta Buffa. Alla frase della ragazza, Bonetta la invitava a far silenzio e lei ribatteva: «shh cosa?». «Si deve calmare la situazione, perchè io ho la macchina sequestrata», precisava il ragazzo e lei aggiungeva: «io devo uscire da qua con la mia macchina e la mia vita, ok?». I tre pare fossero amici, o comunque si frequentavano, ma oggi non appare chiaro il movente dell’omicidio.