Otto i denunciati per truffa aggravata e indebita percezione di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato da parte della guardia di finanza di Trapani che, su disposizione del gip Caterina Brignone, su richiesta del sostituto procuratore Matteo Delpini, ha sequestrato venti conti correnti e conti di deposito, oltre a tre immobili, due a Trapani e uno a Catania.
Le indagini condotte dal Nucleo Pef di Trapani hanno permesso di appurare che le otto persone coinvolte per anni sono riuscite ad incassare a pensione, le indennità di accompagnamento e quelle di invalidità formalmente spettanti a tre loro congiunti da tempo deceduti (in un caso nel lontano 2002, negli altri due nel 2013 e nel 2014).
A rendere possibile la frode il mancato allineamento dei sistemi informatici dell’anagrafe comunale con quelli dell’Inps, che oggi si è attivata per l’immediata sospensione delle erogazioni.
Nessuno degli otto denunciati, tutti trapanesi, si sarebbe attivato per dichiarare la morte dei parenti. Al contrario. Per continuare a far percepire le somme hanno attestato l’esistenza in vita dei congiunti presso gli istituti di credito dove i defunti erano originariamente titolari di rapporti. Due degli otto soggetti, oltre a essersi appropriati di oltre 130 mila euro, percepivano il reddito di cittadinanza
In un caso, per ottenere la delega per l’accreditamento della pensione il congiunto era arrivato perfino a recarsi personalmente in banca, dichiarando il precario stato di salute del parente già deceduto.