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    Covid19 e pazienti fragili: Oasi Troina avvia studio di ricerca

    L’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) Oasi Maria Santissima di Troina, nell’Ennese, in cui nelle scorse settimane si è sviluppato un focolaio di Coronavirus, sta avviando in questi giorni un progetto di ricerca per uno studio di follow-up a lungo termine dell’infezione Covid-19, in pazienti fragili e con comorbidità. Un programma di ricerca su scala regionale che si pone l’obiettivo di migliorare la prevenzione e la cura dell’infezione in tre diverse popolazioni vulnerabili: ovvero persone con disabilità intellettive, con disturbi neurodegenerativi e anziani fragili con comorbidità.

    Categorie, come è stato possibile constatare per la pandemia in corso, che presentano un rischio maggiore di infezione da Sars-CoV-2, con
    particolare attenzione per coloro che vivono in strutture di assistenza a lungo termine e case di cura. Nel progetto di ricerca, che vede capofila l’Irccs Oasi di Troina, anche altri importanti centri sanitari in Sicilia.

    Tra le personalità scientifiche coinvolte, insieme alle rispettive Unità operative, Giuseppe Nunnari del Policlinico ’G. Martino’ di Messina, Bruno Cacopardo dell’ospedale ’Garibaldi’ di Catania, Claudio Costantino del Policlinico ’Giaccone’ di Palermo, Venerando Rapisarda
    del Policlinico ’Vittorio Emanuele’ di Catania, Stefania Stefani dell’Università di Catania e Mario Cuccia del servizio di Epidemiologia dell’Asp di Catania.

     “Sebbene in un periodo difficile come quello che stiamo attraversando, e in piena fase emergenziale – dice il direttore scientifico dell’Irccs di Troina e coordinatore della ricerca, Raffele Ferri – l’Oasi non perde di vista il suo ruolo di importante Istituto di ricerca. Lo studio si occuperà anche dell’individuazione delle migliori misure di protezione degli operatori sanitari impegnati nell’assistenza alle categorie prese in esame, al fine di ricavare informazioni utili al Servizio sanitario nazionale per una migliore organizzazione dei servizi e un’adeguata tutela degli operatori”.

    Il direttore scientifico dell’Istituto sarà coadiuvato anche dal direttore del Dipartimento per il ritardo mentale dell’Oasi, Maurizio Elia. Lo studio in questa prima fase sarà finanziato con fondi dell’Istituto e si pensa anche a un co-finanziamento del ministero della Salute.  

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