Da oggi si riapre al chiuso. Una controtendenza, rispetto alla bella stagione che, in tempi di covid, ridà speranza ai gestori di bar e ristoranti nonostante rimanga l’obbligo di mantenere il distanziamento, di indossare la mascherina all’aperto e al chiuso e i divieti di assembramenti. Riaprono infatti anche i ristoranti al chiuso, con possibilità di stare seduti al tavolo senza limiti di conviviali ( saranno nuovamente possibili le tavolate tra amici) e con obbligo di mascherina solo quando ci si alza (obbligo di mascherina che deve essere rispettato sempre per il personale del locale).
Nei ristoranti, così come nei bar, vale la regola del buffet: il cibo deve essere servito dal personale e i clienti possono servirsi da soli soltanto se si tratta di porzioni monodose.
Si torna a bere il caffè al bancone del bar come una volta, quando passando in zona gialla il caffè non si beveva da asporto. Abbiamo già un passato e dei ricordi rispetto a com’era e com’è la vita in tempo di covid ma oggi il passo verso la normalità quasi dimenticata dopo due anni di ristrettezze è segnato dalla curva epidemiologica in discesa e dalla campagna vaccinale che avanza.
C’è anche la possibilità di tornare allo stadio, seppur con numeri contingentati. E’ consentita, infatti, la presenza di pubblico agli eventi e alle competizioni di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) e del Comitato italiano paralimpico (Cip), riguardanti gli sport individuali e di squadra, organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva o da organismi sportivi internazionali.
I posti a sedere dovranno essere preassegnati e dovrà essere assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale. La capienza consentita non potrà essere superiore al 25% di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non potrà essere superiore a 1.000 per impianti all’aperto e a 500 per impianti
al chiuso.
Un’altra novità è data dal green pass, una certificazione necessaria, sia in fascia gialla, sia in bianca che attesti di essere stati vaccinati o guariti dal Covid-19, oppure che ci si è sottoposti a un tampone (l’antigenico, il molecolare o il salivare nelle 48 ore precedenti) con esito negativo rilasciato dalla struttura dove si viene vaccinati (Se si è guariti dal covid-19 il certificato bisogna richiederlo all’ospedale o al medico di base o al pediatra).
Questo certificato è necessario per partecipare alle feste e ai banchetti «conseguenti alle cerimonie civili e religiose» nelle tre regioni bianche (Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna) dove si può tornare anche a far festa dove i ricevimenti, dopo matrimoni e comunioni, ma anche compleanni e feste di laurea, sono consentiti mentre nelle regioni gialle si dovrà attendere il 15 giugno. Il green pass viene rilasciato in formato cartaceo o digitale e, fino a quando non entrerà in vigore il pass europeo, atteso per la fine di giugno, il green pass può essere usato anche per andare all’estero, verificando prima le regole del Paese di destinazione perché alcuni Stati chiedono comunque che il turista sia sottoposto a tampone nelle 48 o nelle 72 ore precedenti.
Il green pass vale «dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale» e la sua validità è di 9 mesi dal completamento del ciclo vaccinale.
La prossima data ora da segnare sul calendario è il 7 giugno: Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto passeranno in zona bianca mentre nel resto dell’Italia gialla ci sarà un altro passo verso l’addio al coprifuoco: dalle 23 slitterà alle 24. La settimana successiva, se i dati manterranno l’attuale andamento, toccherà a Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e provincia di Trento passare in bianco mentre le ultime 7 regioni e la provincia di Bolzano dovranno attendere il 21 di giugno, quando sparirà ufficialmente anche il coprifuoco. L’ultimo simbolo che se ne andrà, invece, è la mascherina.
“Si potrà pensare di togliere l’obbligo di mascherina all’aperto quando metà della popolazione sarà vaccinata – ripete anche oggi il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri – Ma serve buonsenso ed è chiaro che in estate la mascherina all’aperto, dove non c’è assembramento, si può mettere nel taschino“.
*la foto è stata scattata in periodo pre-covid