Sessant’anni fa lungo la strada ferrata della linea Palermo-Messina, tra le stazioni di Termini Imerese e Trabia veniva ritrovato il corpo senza vita di Cosimo Cristina.
Giornalista pubblicista dal 1958, corrispondente dell’Ora di Palermo e dell’Agenzia Ansa, collaboratore del Corriere della Sera, del Giorno e del Gazzettino di Venezia nel 1960 aveva fondato Prospettive Siciliane.
Quando gli venne chiusa la bocca per sempre, era corrispondente del quotidiano L’Ora da Termini Imerese. Aveva appena 24 anni. Scriveva di mafia e faceva inchieste sugli intrecci tra mafia e politica nella zona delle Madonie. La famiglia lo salutò il 3 maggio, ma non fu una mattina come tante. Fu l’ultima. Il padre, impiegato delle ferrovie, apprese della sua morte alla radio 2 giorni dopo. Non sapeva se quello rinvenuto alle 15,35 (il 5 maggio 1960) sui binari del treno, fosse il cadavere di suo figlio, a dire il vero sperava non lo fosse, ma si precipitò sul luogo del ritrovamento vicino la galleria Fossola.
Il resto è una storia scritta male. Le indagini iniziarono, e finirono, seguendo la pista del suicidio. Proprio l’uomo del papillon, con ancora una vita davanti, così entusiasta per quella vissuta ed eccitato per quella futura. Negli anni ’90 il caso venne riaperto. Nessuna spiegazione diversa per la sua morte. Chi lo ha conosciuto lo descrive come un tipo allegro, gioioso, che non si abbatteva, nonostante le difficoltà.
Oggi quel suicidio si celebra dopo 60 anni. Dal 2016, nel Giardino della memoria di Ciaculli, c’è un albero a ricordarlo per volere dell’amministrazione comunale di Palermo, in collaborazione con l’Unione Cronisti.
«Celebriamo il sacrificio di Cosimo Cristina o Co.Cri, come preferiva firmare tanti dei suoi efficacissimi resoconti – ha dichiarato Leone Zingales, presidente dell’Unci Sicilia -. Era un cronista di valore che aveva nel suo dna il giornalismo d’inchiesta. Un cronista vero che ha denunciato gli intrecci tra mafia e politica onorando il suo impegno professionale oltre che il suo impegno civile. La Giornata della Memoria 2020 sara’ celebrata a Termini Imerese nel nome di Cosimo Cristina e di tutti i giornalisti uccisi da mafie e terrorismo»
«Anche quest’anno doverosamente ricordiamo la figura di Cosimo Cristina, un coraggioso cittadino, un giovane giornalista, vittima della mafia, che ha operato come uomo di frontiera in una Sicilia che assisteva in quegli anni spesso silente alle violenze mafiose». Così il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ricorda il giornalista Cosimo Cristina
Emma L.