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    Evade dai domiciliari, nonostante il braccialetto elettronico, per comprare il crack

    Ha provato a manomettere il dispositivo del braccialetto elettronico, inserito all’interno di una scatola grande più o meno un pacchetto di sigarette e allacciato alla sua caviglia. Lui Danilo Sansica, ha appena 21 anni, ed è ristretto ai domiciliari. Non può uscire nemmeno oggi che ha tanta voglia di farsi. Quel braccialetto manda i propri segnali a un computer collegato alla centrale dei carabinieri, a sua volta collegato a una linea telefonica. Se il detenuto lascia la zona di sorveglianza, scatta subito un allarme ricevuto dalla zona di controllo. E lo stesso avviene se il prigioniero cerca di strappare la fascia di plastica.

    Il bracciale, da quando l’hanno condannato, è la sua seconda pelle. Resiste a tutto: sudore, bagni, docce. Pure alle crisi di astinenza. Infatti domenica scorsa, 12 luglio, dopo il tentativo di manomissione, la perdita di segnale ha fatto scattare l’allarme alla Centrale Operativa di Trapani che ha immediatamente  diramato le ricerche dell’evaso.

    Sansica, è stato rintracciato dopo pochissimo tempo. Si era allontanato “solo” per acquistare del crack che i militari gli hanno poi trovato addosso durante la perquisizione. Due dosi di circa 0,48 grammi. Al termine delle formalità di rito, Danilo è stato dichiarato in arresto e, in sede di rito direttissimo, è stato sottoposto nuovamente agli arresti domiciliari con un nuovo braccialetto elettronico.

    Il crack, colpendo il sistema nervoso può provocare ictus, infarto e danni spesso irreparabili. Può indurre depressione e gravi patologie mentali, fino alla schizofrenia e alla paranoia. Rende i soggetti che ne fanno uso aggressivi e violenti in maniera incontrollata recando danni a se stessi e agli altri. Una delle caratteristiche di questa droga è l’immediata assuefazione del soggetto che la usa e ad attaccare velocemente il sistema nervoso e celebrale di chi ne fa uso.

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