Il “campo” è quello comunale, l’”arbitro”, in questo caso, è sempre il prefetto di Trapani, Tommaso Ricciardi, che per la seconda volta, “fischia” la sospensione ad un altro amministratore. Questa volta si tratta del sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto, ai domiciliari da venerdì scorso nell’ambito dell’indagine «Aegades».
Le accuse a carico di Pagoto sono di falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito dei rifiuti pericolosi per un danno erariale di circa 2 milioni di euro.
Come per la vicenda ericina, la legge Severino permette la sospensione del primo cittadino che vede il passaggio delle funzioni al vice Lorenzo Ceravolo.
Oltre 700 le pagine di ordinanza firmate dal gip Emanuele Cersosimo pregne di particolari di un’indagine iniziata nel 2017 con una lettera anonima indirizzata alla Procura in cui veniva segnalata una non trasparente gestione del Comune di Favignana e diversi presunti abusi d’ufficio commessi dal sindaco e da altri amministratori e funzionari pubblici dell’ente che hanno trovato riscontro nelle intercettazioni telefoniche e ambientali.
E’ stato, in particolare, accertato un accordo corruttivo tra il Sindaco, l’ex vicesindaco Vincenzo Bevilacqua, il comandante della polizia municipale, Filippo Oliveri, l’assessore Giovanni Sammartano, (con il divieto di dimora nel comune di Favignana) con i referenti ed alcuni dipendenti di una compagnia di navigazione partenopea e di altra società di capitali con sede a Roma, entrambe facenti parte di un unico Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) che ha ottenuto dal Ministero della Difesa l’aggiudicazione del contratto di fornitura di acqua potabile, mediante navi cisterna, nelle isole minori della Sicilia. (QUI i dettagli)
Domani, lunedì 20 luglio, intanto, inizieranno gli interrogatori di garanzia davanti al gip Emanuele Cersosimo