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    «G4 EA H1N1» è il nuovo virus che, dalla Cina, tiene il mondo col fiato sospeso

    Stiamo ancora discutendo sulla fase 3 del covid 19, i virologi quasi si scatenano in dei veri e propri match live o in differita sul possibile ritorno di un’ondata della sars-cov2 a settembre, mentre a Milano si scopre che proprio i raggi del sole (e da qui l’andamento della pandemia) blocca il virus che ha messo in ginocchio il mondo intero frattanto che dalla Cina pare sia stato approvato per l’impiego sull’essere umano il primo vaccino per il Sars-Cov-2 ( Ad5-nCov).

    Ma la cosa che in queste ore sconvolge di più è che mentre restiamo concentrati sul covid, l’OMS ha sta monitorando un nuovo virus cercando di prevenire una nuova pandemia. Il focolaio è sempre la Cina, il responsabile è il G4 EA H1N1. Si tratta di un virus che unirebbe insieme un ceppo trovato in alcune specie di uccelli, quello H1N1, e che ha causato l’influenza suina del 2009, e l’H1N1 nordamericano che ha i geni dell’influenza aviaria, umana e suina.

    «I maiali- si legge nello studio pubblicato sulla rivista scientifica PNAS – sono ospiti intermedi per la generazione del virus dell’influenza pandemica” e, per questo, sono molto pericolosi. Il virologo Giorgio Palù, presidente delle società italiana ed europea di virologia che, a differenza del pipistrello, il maiale ha la grande capacità di riassortare i virus. Questi animali hanno caratteristiche peculiari perché hanno recettori dell’influenza sia per i virus aviari che per quelli umani. Rappresentano una sorta di “provetta” in grado di mescolare i virus dell’uomo e degli uccelli , dando vita a un patogeno completamente diverso. La paura è che si possano creare “mix micidiali, potenzialmente pandemici”»

    Insomma, dalla fase 3 del covid con onda di ritorno, ad una fase zero del nuovo G4EA H1N, è un attimo.

    Il virus, infatti, avrebbe già fatto il salto di specie passando (come per il pipistrello del covid, sempre che questa sia stata la storia) dal maiale, all’uomo. A confermarlo i dati, che dimostrano come adesso, potrebbe aggredire l’uomo: gli autori dello studio hanno attuato una sorveglianza sierologica su centinaia di lavoratori suini, che ha portato alla luce la presente del G4 EA H1N1 nell’uomo. Il 10,4% (35 persone su 338) dei lavoratori sono risultati positivi al nuovo virus e nei ragazzi tra i 18 e i 35 anni la percentuale si alzava al 20,5% (9 su 44).

    Il virus G4 EA H1N1, infatti, «riconosce il recettore umano, è in grado di infettare le cellule umane e infetta anche il furetto, modello di trasmissione all’uomo». È risaputo che i patogeni che colpiscono i furetti sono anche in grado di arrivare all’uomo. «I ricercatori- spiega ancora il virologo- hanno anche trovato che alcune persone che badavano all’allevamento dei maiali studiato hanno sviluppato anticorpi contro questo nuovo virus. Il che significa che è già passato all’uomo». Un altro elemento importante quanto allarmante del nuovo patogeno è che «gli anticorpi H1N1 del virus pandemico del 2009 non riconoscono questo nuovo virus. E quindi non sono in grado di neutralizzarlo».

    La paura, ora, è che G4 EA H1N1 possa arrivare anche a trasmettersi direttamente tra le persone. In questo caso, potrebbe dare origine a un focolaio che, potenzialmente, potrebbe poi diffondersi causando una pandemia. Lo studio, infatti, evidenzia che l’inclusione di G4 nei geni della pandemia H1N1 del 2009 «potrebbe promuovere l’adattamento del virus» che porta alla trasmissione da uomo a uomo, rischiando così di diffondersi nella popolazione umana.

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