Tra chi parte e chi arriva, la Sicilia è pronta. Tra regole, protocolli e App, ci siamo anche con il look: lo stile moda mare per la stagione 2020 che ha fatto letteralmente “impazzire” tutti: la vecchia maschera (con tubo o pinne in abbinamento), quest’anno viene sostituita dalla mascherina entrata ormai nel nostro look come fosse una seconda pelle.
A darle manforte è quel distanziamento che, non rima certo con il DNA che differenzia l’uomo dagli altri animali, ma che di certo, ne salvaguardia la specie. Tradotto, di questi tempi, vuol dire che mantenere le distanze ci salva la vita o se non altro, ci aiuta a non contagiarci di quel covid-19 che pare aver ridotto il suo periodo d’incubazione da 14 a 7-8 giorni. Un distanziamento, per queste vacanze, cerchiamo di prenderlo anche dalle cattive notizie. Partendo con le buone: niente obbligo di quarantena per chi arriva nell’isola delle meraviglie. Con il via agli spostamenti tra le regioni abbiamo assistito allo stop della quarantena prima obbligatoria e ora necessaria solo per chi registra sintomatologie legate al virus.
In Sicilia Musumeci ha avviato un nuovo protocollo secondo il quale il turista che, per aria o per mare, fa il suo ingresso in terra di trinacria, ha l’obbligo di registrarsi obbligatoriamente all’interno di siciliasicura.com e, arbitrariamente, quello di scaricare l’app sicilia si cura (come abbiamo spiegato QUI)
Classificando gli arrivi nell’isola e il loro trattamento in tre diverse categorie, nell’ultima ordinanza emanata dal governatore siciliano, sono state istituite le USCAT ovvero le Unità Sanitaria di Continuità Assistenziale Turistica che avranno il compito di monitorare, prendere in carico e assistere i non residenti o i domiciliati nell’Isola, arrivati in Sicilia per motivi turistici o lavorativi, che potrebbero avere sintomi da covid-19.
E a Trapani è davvero tutto pronto a livello sanitario per assicurare e garantire al turista la serenità di una vacanza in sicurezza e l’eventuale assistenza sanitaria in caso di probabili contagi? Lo abbiamo chiesto al Direttore Generale dell’Asp facente funzioni, Gioacchino Oddo:
«Al fine di garantire una stagione turistica serena in una delle zone con la più alta densità turistica dell’isola, a Trapani saranno sei le USCAT, Unità sanitarie di continuità assistenziali turistiche, che garantiranno salute e sicurezza agli ospiti e ai cittadini. Ne sono state previste 6 per ogni distretto attive h12 per ciascun Distretto; 1USCAT con funzione di coordinamento attiva h24 a Custonaci/San Vito Lo Capo che avremmo voluto creare in paese ma, non abbiamo trovato un’area idonea a poterne ospitare la gestione oltre al fatto che, per il sindaco di San Vito lo Capo, la presenza dell’USCAT, sarebbe stata un deterrente per la stagione, cosa che ritengo, a mio avviso, differente: il turista si sarebbe sentito più sicuro. L’USCA di Pantelleria, infine, è attiva h24 e per questa ragione può essere definita USCAT anche se priva di funzioni di coordinamento. Le USCAT faranno da sentinella: avranno il compito di monitorare, prendere in carico e assistere seguendo un preciso protocollo. Tutti gli utenti, infatti, non dovranno recarsi direttamente al centro ma contattarlo telefonicamente la prima volta. Seguirà un anamesi e un colloquio. Solo successivamente si effettuerà una visita e dall’esito della stessa, ci si muoverà di conseguenza. Questo per il fronte logistica. Per quanto riguarda la parte tecnica-operativa, nel frattempo, una squadra di medici, a Caltanissetta, si sta formando per seguire nello specifico questo settore»
Rispetto le attese sugli arrivi, quali sono le previsioni sui contagi oggi che la quarantena non è più obbligatoria?
«Il picco degli arrivi è previsto intorno al 15. Ad oggi non si può fare una stima “del quanto” contagio ci sarà. Io non sono un indovino. La certezza è che ci sarà ma anche che siamo pronti, in virtù dei protocolli in atto, a fronteggiare, con l’isolamento e le misure messe in campo, l’eventuale arrivo di persone con possibili sintomatologie. Posto che si è passati da una quarantena obbligatoria ad un’eliminazione della stessa, resta la fiducia nel rispetto delle regole. A questo abbiniamo uno screening all’ingresso dell’isola: in aeroporto, porto o stazione sono stati posizionati i termoscanner, viene misurata la febbre e nessuno entra con una temperatura superiore ai 37.5. Questo per noi vuol dire tanto.»
State già predisponendo, come per Marsala in fase1, dei reparti covid sul territorio per chi dovesse necessitare di un ricovero o avete un plain diverso?
«Nessun malato covid entrerà negli ospedali del bacino. In maniera ancora ufficiosa, le posso dire che al momento l’orientamento aziendale per il sintomatico è rivolto verso le aziende ospedaliere come ISMET o Villa Sofia. Per gli asintomatici, invece, nell’arco della settimana, si finirà di definire un piano per strutturare il loro isolamento al fine di evitare il diffondersi del covid»
A Marsala si sono già registrati diversi casi dopo quello del ragazzo universitario rientrato dalle Marche. Al nord molte persone non potranno fare le vacanze sia per fattori legati all’economia sia perché le vittime registrate hanno colpito numerose famiglie e, il concetto di vacanza non è contemplato in un momento di lutto. Oggi chi arriva potrebbe, inconsapevolmente essere asintomatico ma essere poi additato come untore e vivere un doppio stress. Cosa ne pensa.
«Il caso dello studente non rientra in questi fattori perché si è trattato di un comportamento irresponsabile. Avrebbe dovuto aspettare il risultato del tampone per poter uscire, seguire la regola, invece è uscito prima di ricevere l’esito. Chi oggi esce senza sapere di poter essere portatore non lo fa consapevolmente, non è in attesa di un tampone, è un altro discorso. L’argomento è molto delicato. Bisogna sempre avere un atteggiamento individuale consono alle regole per questo le mascherine e il distanziamento sono la base con la quale partire o ripartire. Non si tratta di additare l’untore perché il rischio di poter essere venuti in contatto con il virus c’è sempre, ma prendere le giuste precauzioni ci aiuta a non trovarci in situazioni poco piacevoli»
Cosa succede esattamente quando scatta l’allarme soggetto covid? Quali sono gli step che seguite da protocollo? Come avviene l’effettivo tracciamento delle persone? La sicurezza di averle contattate tutte? Quanto tempo ci vuole per il risultato del tampone?
«E’ il Dipartimento di Prevenzione che prende in carico il paziente e lo interroga sulle sue ultime 48 ore: ciò che ha fatto e soprattutto chi ha incontrato, con chi è venuto in contatto. Poi si interpellano tutte le persone per la valutazione dei sintomi»
Quindi se la ricerca si limita alle sole 48 ore non esiste una certezza matematica sull’effettivo contenimento del virus in base ai contatti che quella persona ha avuto
«La certezza matematica è una parola grossa. Molto dipende dall’atteggiamento individuale»
In spiaggia: distanziati ma resta l’incognita del vento, dello sputo, la pipì in acqua…qual è la sua ricetta per le vacanze in sicurezza?
«La mascherina quando si entra in contatto con persone che non appartengono al nostro nucleo familiare, rispettare la distanza di 2 mt, utilizzare gli igienizzanti e seguire tutte le disposizioni del ministero oggi affisse all’ingresso delle spiagge e ampiamente sponsorizzate dai gestori dei lidi»
La diatriba virologi– epidemiologi-scienziati-medici: il covid-19 quanta forza ha e quanto male può fare oggi ancora?
«Si tratta di un virus particolare, molto strano. E’ stato trovato anche in altri materiali organici e non solo nella saliva. Speriamo in un vaccino che io spero trovino al più presto. Cerco di rimanere ottimista ma solo con il vaccino, anche se rispetto all’inizio di quest’emergenza siano già state trovate molte cure e messi in campo numerosi studi, si riuscirà a raggiungere davvero quell’immunità di gregge che riuscirà a farci rasserenare.»
Mentre state allestendo l’estate, in previsione di una possibile ondata di ritorno in autunno, vi state organizzando anche in tal senso?
«Attualmente la previsione è quella di avere un potenziamento del 50% rispetto a quella avuta a febbraio. Quindi non si pensa di posizionare 2200 posti letto sulla terapia intensiva. Sono dati in itinere rispetto a previsioni non ancora stabilizzate. E’ naturale che stiamo predisponendo, comunque, un sistema che ci dia la possibilità di essere proattivi»
Il Sistema Sanitario Italiano è ripartito in sicurezza anche in quelle zone rosse che, purtroppo, hanno registrato un numero di morti considerevoli (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna). La provincia di Trapani rispetto al resto d’Italia praticamente non ha vissuto l’emergenza, per fortuna, ma ad oggi, non è ancora ripartita completamente nonostante l’esiguo numero di casi registrati. Come mai?
«Al momento non abbiamo all’interno del sistema ospedaliero nessun caso tanto che sono ripartite tutte le attività chirurgiche. Garantiamo le visite brevi ed urgenti. E’ naturale che le tre mensilità di blocco hanno portato ad un overbooking di prenotazioni e le liste d’attesa, già piene, si sono allungate a dismisura. Stiamo lavorando al fine di favorire l’utenza e velocizzare il processo potenziando tutte le attività ma chiudere è facile, ripartire un po’ più difficoltoso.»