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    Isole Egadi, arrestato il Sindaco Giuseppe Pagoto

    Ancora un terremoto giudiziario in provincia di Trapani.

    Al termine di una complessa indagine di polizia giudiziaria, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani, nella mattinata di oggi ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emesse dal GIP di Trapani nei confronti di 11 persone tra cui il Sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto ora agli arresti domiciliari, per reati che vanno dal falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito dei rifiuti pericolosi. Il danno erariale sarebbe di circa 2 milioni di euro.

    In totale, 4 arresti domiciliari, 3 divieti di dimora 1 obbligo di dimora e 3 misure interdittive dell’esercizio di un pubblico ufficio.

    Tra i convolti, agli arresti domiciliari è finito anche il comandante della Polizia Municipale locale Filippo Oliveri, l‘ex vice sindaco Vincenzo Bevilacqua e una dipendente di una compagnia di navigazione con sede a Napoli. L’assessore Giovanni Sammartano, invece, è stato raggiunto dalla misura del divieto di dimora.

    Le indagini sono partite dal contenuto da una lettera anonima indirizzata alla Procura dove veniva segnalata una non trasparente gestione del Comune di Favignana e di diversi presunti abusi d’ufficio commessi dal Sindaco.

    Attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali si è potuto svelare uno scenario di illegalità più ampio nella gestione dell’apparato amministrativo che riguardavano i settori degli approvvigionamenti idrici, gli affidamenti dei lavori e servizi pubblici relativi all’Area Marina Protetta delle Isole Egadi nonché alle attività di ispezione della Polizia Municipale e alle trattazioni del settore finanziario e dell’ufficio tecnico.

    E’ stato, in particolare, accertato un accordo corruttivo tra il Sindaco, l’ex vicesindaco Vincenzo Bevilacqua, il comandante della polizia municipale, Filippo Oliveri,  l’assessore Giovanni Sammartano, (con l’obbligo di dimora) con i referenti ed alcuni dipendenti di una compagnia di navigazione partenopea e di altra società di capitali con sede a Roma, entrambe facenti parte di un unico Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) che ha ottenuto dal Ministero della Difesa l’aggiudicazione del contratto di fornitura di acqua potabile, mediante navi cisterna, nelle isole minori della Sicilia.

    Al riguardo è emerso dalle indagini un sistematico scambio di favori, che ha visto alcuni funzionari comunali omettere volutamente l’effettuazione dei prescritti controlli sul quantitativo di acqua potabile trasportata e scaricata dalle navi della società di navigazione, nonché attestare falsamente la fornitura di quantitativi superiori a quelli effettivamente erogati rappresentando mensilmente al competente Assessorato Regionale Energia e Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento Acqua e Rifiuti – un fabbisogno di acqua potabile artatamente gonfiato, allo scopo di consentire un ingiusto vantaggio patrimoniale per le società concessionarie del servizio di approvvigionamento idrico sull’isola con connesso danno erariale accertato per circa 2 milioni di euro.

    Dal canto loro gli imprenditori illecitamente favoriti da tale collaudato illecito sistema “ricompensavano” i pubblici funzionari con varie utilità, tra cui l’assunzione di parenti e conoscenti quali lavoratori dipendenti in seno alla predetta compagnia di navigazione partenopea o mediante l’elargizione di contributi annuali di svariate migliaia di euro a favore del Comune di Favignana, che dal Sindaco venivano poi ridistribuiti alle varie associazioni coinvolte nell’organizzazione della festa patronale.

    Le indagini hanno inoltre rivelato «la commissione ad opera del primo cittadino, soprattutto durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative svoltesi nel mese di giugno 2018, di svariati abusi ed illeciti, con la collaborazione del compiacente comandante della locale Polizia Municipale. – si legge nella nota diffusa dalle fiamme gialle -Infatti, da un lato, è stato intenzionalmente omesso di espletare i dovuti controlli di competenza della Polizia Municipale nei confronti di taluni cittadini e di titolari di attività commerciali che appoggiavano la candidatura del sindaco, mentre d’altro lato sono stati concertati ed effettuati mirati controlli nei confronti di quanti erano ritenuti avversari politici del Sindaco».

    In tale ambito le indagini «hanno permesso di accertare un esplicito accordo corruttivo tra il Sindaco ed il Comandante della Polizia Municipale, appalesatosi in diverse intercettazioni ambientali e telefoniche, in virtù del quale quest’ultimo richiedeva ed otteneva, quale prezzo del suo complice asservimento alle abusive direttive del Sindaco, la proroga del proprio contratto lavorativo in atto e la successiva stabilizzazione a tempo indeterminato, unitamente all’assegnazione dell’incarico ad interim di responsabile dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, continua la nota, dopo che il precedente responsabile era stato destinato a svolgere l’attuale funzione di Direttore del Parco Nazionale del Vesuvio».

    Tra i colpiti dalle misure cautelari personali figura proprio il precedente Direttore dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, destinatario della misura coercitiva dell’obbligo di dimora nel comune di Roma ed indagato per varie fattispecie di reato, tra cui ipotesi di corruzione in concorso col Sindaco, legate all’assegnazione dei servizi ausiliari della predetta Area Marina Protetta a due cooperative sociali di Favignana.

    Nella fattispecie il Sindaco, tramite il Direttore pro tempore dell’Area Marina Protetta, avrebbe garantito alle predette cooperative l’assegnazione diretta dei servizi ausiliari della medesima Area Marina Protetta promettendo altresì la stabilizzazione di parte del loro personale all’interno di tale ente e ricevendo come controprestazione l’assunzione di persone a lui vicine che hanno appoggiato la sua campagna elettorale nel corso delle  elezioni amministrative del 2018.

    Sarebbe stato accertato inoltre che il Sindaco ricompensava il Direttore pro tempore dell’Area Marina Protetta elargendogli somme di denaro pubblico ed altre utilità non dovute, come ad esempio il rimborso di spese connesse a numerosi viaggi effettuati per finalità private al di fuori dalla Sicilia e fatti surrettiziamente figurare quali missioni istituzionali, nonché promettendogli uno strategico incarico di consulenza per la gestione dell’Area Marina Protetta successivamente alla cessazione dell’incarico di Direttore.

    L’ operazione denominata «Aegades»,  ha consentito di far luce su un sistema corruttivo politico-affaristico, consolidato da tempo, basato sull’asservimento della funzione elettiva e pubblica ad interessi meramente personali, elettorali ed economici, con gravi conseguenze in termini di abusivo dispendio di risorse pubbliche.

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