Un peschereccio maltese all’interno delle acque territoriali italiane, a largo dell’isola dall’isola di Pantelleria, in presunta attività di pesca è stato intercettato dal Fisheries Monitoring Centre (Fmc) della Centrale operativa della Guardia Costiera di Roma, nell’ambito delle attività di monitoraggio attraverso il sistema satellitare di motopesca, e fermato ieri da una motovedetta CP 302 della Guardia Costiera di Pantelleria.
L’equipaggio dell’imbarcazione, a circa 10 miglia dall’isola, era intento a calare in mare un dispositivo di concentrazione dei pesci, Fishing Aggregating Device, (Fad – cosiddetti cannizzi) per effettuare la pesca della ’lampuga’ senza autorizzazione e nelle acque territoriali italiane.
Il motopesca è stato quindi scortato nel porto di Pantelleria per la redazione degli atti da parte del locale comando territoriale della Guardia Costiera.
Il comandante è stato denunciato all’autorità giudiziaria per pesca nelle acque territoriali di altro Stato e mentre venivano redatti verbali per un totale di 4.000 euro, per logbook (registro di pesca) non correttamente compilato e per mancanza di identificativi e marcatura dei Fad. Infine al sequestro degli attrezzi da pesca, 3 Fad e 1 rete a circuizione lunga 250 metri senza chiusura, si è aggiunto il sequestro di oltre 600 kg di prodotto ittico pescato. Il peschereccio è poi ripartito nella nottata.
Già nei giorni scorsi, sempre nelle acque di Pantelleria, la Guardia Costiera aveva sequestrato altri 27 cannizzi (QUI)
La pesca professionale a circuizione con l’ausilio di questi sistemi, ricorda la Guardia costiera – può essere praticata esclusivamente dal 15 agosto al 31 dicembre, ogni attrezzo deve riportare la marcatura e l’identificazione del M/P autorizzato così come previsto dal Reg. (Ce) 404/2011, inoltre dovrà essere predisposto con cime e galleggianti biodegradabili al fine di minimizzare l’impatto sull’ambiente.
E proprio in questi giorni Nave Peluso, pattugliatore d’altura della Guardia Costiera del Reparto navale a Messina, di rientro da una missione operativa nel Tirreno meridionale, ha intercettato, recuperato e sequestrato altri 53 FAD posizionati irregolarmente essendo privi di segnalamento, nella zona di mare intorno le isole Eolie.
Nelle acque di giurisdizione italiana nell’anno in corso la Guardia Costiera con l’impiego di pattugliatori d’altura, elicotteri ed altri mezzi navali assegnati ai Comandi di zona ha recuperato e sequestrato circa 200 Fad illegali. Tale attività di contrasto alla pesca illegale, svolta dalla Guardia Costiera, è fondamentale per la salvaguardia dell’ecosistema marino e per il sostegno degli operatori del settore pesca che operano nella legalità.