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    I siciliani indecisi sui test sierologici a campione, la Protezione Civile spiega

    Sono iniziati lunedì 25 maggio 2020 i primi prelievi per i test sierologici dell’indagine del ministero della Salute, a seguito delle chiamate iniziate da parte della Croce Rossa Italiana ai cittadini selezionati nel campione Istat. Le chiamate effettuate nel primo giorno sono state oltre 7.300, con un esito positivo al primo contatto del 25%.

    E mentre le regioni più indecise ad aderire sono state la Sicilia e la Campania, ampia risposta è arrivata dalle Marche e la Sardegna. Buono l’esito anche di Umbria e Lombardia.

    In virtù di ciò, ieri sera, mercoledì 27 maggio, la Protezione Civile dell’Isola, ha ritenuto necessario inviare una comunicazione per rassicurare i siciliani: «Se in questi giorni ricevete una chiamata da un numero telefonico che inizia con 06.5510 non bloccate –si legge – non è una truffa telefonica e non si tratta di uno stalker. All´altro capo del telefono c´è uno degli operatori della Croce Rossa Italiana impegnato – su progetto del Ministero della Salute – nell’indagine di campionamento volontario attraverso test sierologici per verificare lo stato di diffusione del Coronavirus in Italia.» Insomma, si tratta di persone che lavorano per la nostra salute.

    «Nel progetto, continua il documento, sono coinvolte 150.000 persone, residenti in duemila Comuni, selezionate dall´ISTAT quale campione rappresentativo dell´intera popolazione italiana, ovvero uomini e donne di tutte le età, di tutte le Regioni e di diverse condizioni lavorative.»

    E per essere ancora più chiaro, la protezione civile spiega (come avevamo già fatto QUI) a cosa serve questo test sierologico

    «Il test sierologico servirà a verificare la presenza nel sangue esaminato degli anticorpi al nuovo coronavirus e valutare l´impatto del COVID-19 in Italia. Se il virus ci contagia, infatti, il nostro organismo reagisce naturalmente sviluppando gli anticorpi necessari a combatterlo. Può capitare di essere contagiati senza manifestare sintomi. In questo caso vuol dire che il nostro organismo ha combattuto o sta combattendo il virus senza che ce ne siamo accorti. Gli anticorpi, però, restano in circolazione nel nostro corpo anche dopo la scomparsa del virus e il test ci permette di scoprirlo».

    Ed ancora come funziona il test sierologico:

    «Le persone che fanno parte del campione riceveranno una telefonata dalla C.R.I. per fissare un appuntamento per effettuare il test che consisterà in un piccolo prelievo di sangue presso i centri prelievo individuati dalla Regione o presso quelli della Croce Rossa. L’esame servirà ad accertare chi è entrato in contatto con il virus e ha sviluppato gli anticorpi al fine di stimare l’estensione dell’infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcune variabili: età, sesso, Regione di appartenenza, attività lavorativa al fine di valutare con attendibilità il tasso di siero-prevalenza. L’esito individuale del test verrà consegnato dalla struttura regionale del Servizio Sanitario Nazionale entro 15 giorni dal prelievo».

    Se l’esito è negativo vuol dire che nell’organismo non sono presenti anticorpi e, quindi, non si è venuti in contatto con il virus. In questo caso è necessario seguire con molta attenzione le regole di igiene e di comportamento (distanziamento interpersonale e uso della mascherina).

    Se l’esito è positivo vuol dire che l’esame ha rilevato la presenza di anticorpi e che si è entrati in contatto con il nuovo coronavirus. In questo caso ci sono due possibilità: è possibile che il virus sia stato sconfitto o che sia rimasti contagiati senza manifestare sintomi. E´ per questo che le persone con risultato positivo saranno sottoposte ad un ulteriore esame con tampone naso-faringeo.

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