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    In manette Maurizio De Simone, ex patron del Trapani Calcio

    Se il Tribunale del Riesame va in vacanza, la Dottoressa Caterina Brignone, G.I.P. del Tribunale di Trapani, non si ferma. Nel tardo pomeriggio di oggi, giovedì 6 agosto, ha infatti accolto la richiesta del sostituto procuratore Rossana Penna ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani, nei confronti dell’avellinese Maurizio De Simone che, da marzo a giugno del 2019 ha diretto e gestito il club calcistico del Trapani Calcio nel periodo in cui Trapani e i suoi tifosi vivevano un sogno: il campionato di serie C si concludeva, infatti, con la promozione alla categoria superiore. Ma oggi, la notizia esplode mentre il Coni rigetta il ricorso della società granata, condannandola alla Serie C.

    Sotto la stessa inchiesta finisce anche Rino Caruso, direttore generale Trapani Calcio proprio nei soli tre mesi in cui De Simone ne era amministratore delegato, e cioè da marzo a giugno 2019. Per Caruso l’accusa è di appropriazione indebita sugli incassi del botteghino delle partite del Trapani calcio.

    Con l’ex patron del team, che anche ad Avellino non vantava di buona fama, è finita sotto sequestro anche la sua società, FM Service S.R.L. che a marzo 2019 aveva rilevato quelle della TRAPANI CALCIO S.r.l. solamente, stando all’accusa, per sottrarre dalle casse della società sportiva oltre 200 mila euro in, più o meno, novanta giorni.

    Da quanto si apprende, De Simone avrebbe costruito una matrioska finanziaria fatta di prestanome, false fatturazioni per servizi mai resi, da aziende esistenti solo virtualmente che, in maniera diretta o indiretta, arrivavano a lui solo per evadere l’iva ai danni della società calcistica per oltre 9 milioni di euro ma anche di immettere nella società calcistica, attraverso la Fm Service, una somma pari a 149.000 euro, somma necessaria a garantire agli impegni di natura organizzativa imposti dai regolamenti della F.I.G.C. senza incorrere a penalizzazioni, rendendosi così responsabile del reato di autoriciclaggio.

    Le indagini hanno messo in luce inoltre, una truffa aggravata ai danni dello Stato: De Simone, infatti, è risultato, tra le altre, beneficiario del reddito di cittadinanza in maniera impropria.

    Un castello costruito a regola d’arte, insomma, dove De Simone,  ex patron del Trapani e attuale amministratore delegato della Fm Service ieri re integro e pronto a risollevare la società calcistica dalla sventura nella quale si era trovata, ora è indagato per autoriciclaggio, appropriazione indebita in concorso, infedeltà patrimoniale, reati tributari come l’utilizzo e l’emissione di false fatture, omessa dichiarazione.

    E oggi, a scrivere il finale della fiaba, non saranno i fratelli Grimm.

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