E’ stato eseguito in Sicilia il primo trapianto di fegato su una paziente già affetta da Coronavirus, che ha ricevuto l’organo prelevato da un donatore Covid-19 positivo. L’intervento, si legge in una nota della Regione Siciliana, è stato effettuato all’Ismett di Palermo, e “ha visto la collaborazione attiva di tante aziende del Sistema sanitario siciliano, a partire dal Centro regionale trapianti e dall’equipe dell’ospedale San Marco di Catania, dove e’ stato eseguito il prelievo dell’organo
Un intervento, ai tempi del Covid, che fa partire dalla Sanità Siciliana un messaggio di speranza ed apre nuove frontiere nel campo dei trapianti dando una chance di guarigione anche ai pazienti colpiti dal virus. Ma soprattutto da sottolineare è il gesto di grande generosità da parte dei genitori della ragazza catanese, morta in un incidente, che hanno dato il loro assenso all’espianto degli organi dopo che i medici avevano accertato in ospedale la positività della giovane ricoverata in Rianimazione.
La sinergia e la collaborazione tra gli ospedali siciliani è stata evidenziata con soddisfazione dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall’assessore alla Salute Ruggero Razza: “Questo evento – ha sottolineato il Governatore – assume un rilievo ulteriore, etico e scientifico, che fa onore alla Sicilia. Voglio solo idealmente abbracciare – per il coraggio e l’altruismo dimostrati – i familiari della donatrice e rivolgere l’apprezzamento per tutti i professionisti impegnati nella delicata operazione”.
La paziente sottoposta al trapianto di fegato è una donna di 41 anni, nata in Lituania ma norvegese di adozione, che vive da quattro anni in Sicilia perché il marito lavora presso la base di Sigonella. La scorsa estate ha scoperto di avere un tumore al fegato; la sola possibilità di guarigione era un trapianto.
L’intervento è stato effettuato il 23 novembre e ieri la paziente, che è in buone condizioni di salute, è stata dimessa. “E’ stata un’esperienza surreale – ha commentato la donna – ma fortunatamente adesso sto bene. Ringrazio l’Ismett, tutti i medici e gli infermieri. Adesso voglio vivere ogni istante della mia vita”.
“La paziente è stata dimessa dopo 12 giorni dal trapianto – ha raccontato il prof. Salvatore Gruttadauria dell’Ismett, che ha
eseguito l’intervento – e dopo essere sottoposta a tre tamponi. Adesso sta bene e tornata a casa e sta seguendo l’iter normale di un trapiantato”.
L’intervento rientra nell’ambito del protocollo stilato dal Centro nazionale trapianti (Cnt) che consente di effettuare
trapianti di organi salvavita provenienti da donatori deceduti positivi al Covid. Secondo le linee guida, i pazienti devono
essere in gravi condizioni cliniche, per le quali, a giudizio del team medico responsabile del trapianto, il rischio di morte o di evoluzione di gravi patologie connesso al mantenimento in lista di attesa rende accettabile quello conseguente all’eventuale trasmissione della patologia dal donatore al ricevente.
La Sicilia è la prima regione d’Italia, insieme al Piemonte, ad avere recepito il protocollo del Cnt. “Poter
accettare, a determinate condizioni, anche le donazioni di organi da pazienti deceduti con il Covid – spiega Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti – è un’opportunità molto importante, specialmente in un momento come questo in cui l’attività di prelievo e trapianto risente della forte pressione della pandemia sull’intero sistema sanitario. In questi giorni abbiamo effettuato 5 trapianti di questo tipo e al momento non abbiamo riscontrato nessun caso di reinfezione”.
L’importanza scientifica dell’evento rilevante in quanto apre la nuova prospettiva di utilizzare organi prelevati da
donatori Covid positivi per pazienti in lista d’attesa. “Il mio primo pensiero e ringraziamento va alla famiglia della donatrice per la grande generosità – dichiara Giorgio Battaglia, coordinatore del Centro regionale trapianti – e poi alla grande competenza tecnica dei professionisti della Rete trapiantologica, a partire dal personale del Crt Sicilia