Tre Canadair e un elicottero in azione ancora questa mattina ad Erice (Trapani) per un vasto incendio che dal tardo pomeriggio di ieri sta divorando il verde del demanio, sul lato Nord della montagna. I danni, ancora da quantificare, sono ingenti. Le fiamme hanno anche raggiunto la costa nella zona di Bonagia, danneggiando una villetta e minacciando alcune case. Una villetta è stata raggiunta dal rogo prima dell’intervento dei vigili del fuoco mentre altri incendi bruciano le terre di Alcamo, tanto da aver costretto la chiusura dell’autostrada A29 deviando i veicoli provenienti da Trapani e diretti verso l’autostrada A29 sulla strada statale 113 con immissione in autostrada allo svincolo di Dattilo (circolazione ripristinata nel pomeriggio).
Sembra la cronaca dall’inferno invece, mentre i mezzi aerei intervengono pure tra Partinico e Trappeto, è il racconto di quanto sta avvenendo in provincia di Trapani quando, contemporaneamente, si assiste inermi alle immagini del vasto incendio, ancora in corso a Mantiferru, nell’Oristanese, in Sardegna, dove quasi 1500 persone sono state sfollate dalle proprie abitazioni inghiottite dalle fiamme. Oltre 20mila ettari di territorio, di boschi, oliveti e campi coltivati sono stati ridotti in cenere. Aziende agricole devastate, case danneggiate greggi bruciati vivi, animali ustionati. Una fotografia che non riesce a star dentro nemmeno nell’immaginario e che ad oggi, non riesce a quantificare i danni di un così vasto incendio per il quale è stato chiesto lo stato di calamità.
Due isole messe a dura prova dalle alte temperature a cui, sembra proprio il caso di dire, la mano dell’uomo, ha dato una spinta per infuocare le macchie mediterranee che ne colorano (anzi coloravano) i contorni. « Le notizie e le immagini che arrivano dalla Sardegna sono drammatiche. Chi incendia la propria terra, cancella storia, identità, vita. Lo dico da governatore di un’Isola aggredita, ogni estate e fino ad oggi, da questi criminali che meritano il carcere a vita. Vicinanza e solidarietà al collega Christian Solinas e al popolo sardo.» Queste le parole che ieri il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, ha avuto per il presidente Solinas.
E di parole per quest’orrore ne sono state spese tante. Alcune, scritte mentre sul posto si assisteva all’avanzare della devastazione nonostante gli sforzi di uomini e mezzi impiegati sul campo. E’ il caso del sindaco di Valderice, Francesco Stabile, che ha così commentato: «Le immagini dell’incendio che si è esteso tra il territorio di Valderice, Bonagia ed Erice, parco San Matteo, sono devastanti! La nostra montagna completamente attaccata e rasa al suolo dalle fiamme mai domate. Tanta paura per gli abitanti del luogo che hanno visto le fiamme lambire le loro abitazioni, scene drammatiche che mai avremmo voluto vedere. Ho seguito per tutta la notte le operazioni insieme alla Prefettura, al Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, alla Forestale e la Protezione Civile, che non finirò mai di ringraziare per il loro lavoro encomiabile e di grande coraggio. Abbiamo attivato e messo in campo tutte le nostre forze, autobotti comunali, vigili urbani, volontari e uomini della Protezione Civile. Stanno ancora continuando in queste ore le operazioni di spegnimento con i canadair e gli elicotteri. La mia vicinanza a tutte quelle famiglie che hanno vissuto nel terrore. Non riesco a darmi pace…Non ho dubbi, questa gente va punita severamente!! Chi compie questi atti ignobili e criminali, cancella la storia e l’identità dei nostri luoghi!»
Paura e terrore correvano veloci. Gli abitanti di Erice, Bonagia e Pizzolungo hanno sentito il terrore addosso, pesante e appiccicoso. Si mescolava alla paura e al sudore, al fumo e alle fiamme ma brillavano anche la speranza, la forza e il coraggio nonostante tutto è stato arso ancora una volta.
Di parole ne sono arrivate anche dal Vescovo di Trapani, Mons. Pietro Maria Fragnelli: «Di fronte a questi fatti i cittadini di buona volontà e le istituzioni sperimentano l’impotenza delle parole, delle esortazioni e dell’indignazione. Dopo aver considerato il ruolo del vento di scirocco la coscienza popolare si ferma, incredula e arrabbiata, di fronte a questo vandalismo suicida che merita le più severe pene prevedibili nell’ordinamento penale del nostro Paese e dell’ordinamento europeo e internazionale. Il dovere di proteggere non incombe solo sulla nostra comunità locale ma chiama in causa il paese e l’Europa perchè i fenomeni che danneggiano Erice, come ogni attentato alla creazione nel nostro territorio, danneggiano l’intero pianeta. I bambini che nascono oggi, la festa di Sant’Anna ce li ricorda, e le generazioni del nuovo millennio troveranno i frutti di una politica locale e globale che volta pagina e persegue l’obiettivo della protezione del territorio non solo in occasione di emergenze stagionali che producono disastri non stagionali? Le feste patronali che festeggeremo in Diocesi nelle prossime settimane provocano tutti noi nella coerenza della fede e nel coraggio lungimirante di nuovi stili di vita di convivenza civile».