Palazzo d’Alì è stato tirato a lucido per l’occasione. La sede del Municipio trapanese, infatti, è stata lo sfondo dell’incontro che ha visto Trapani “Capitale italiana della Cultura 2022”, l’unica città siciliana fra le dieci finaliste, al centro del dibattito culturale tra l’Assessore Regionale ai Beni Culturali Alberto Samonà e l’Assessore alla Cultura della Citta di Trapani Rosalia Dalì, insieme agli assessori Dario Safina e Giuseppe Pellegrino. Un momento di confronto importante per la città che oggi si fa perno culturale e volano economico di tutta la Sicilia per una strategia di rilancio e ricostruzione dell’industria culturale su cui, da sempre, l’Isola poggia la sua economia.
Con queste parole è arrivato il sostegno da parte dell’assessore Samonà: «Durante l’incontro ho manifestato il mio pieno sostegno alla candidatura di Trapani a “Capitale italiana della Cultura 2022”. La città è l’unica siciliana fra le dieci finaliste (QUI) e a questo proposito, ho ribadito come in questo momento noi Siciliani #siamotuttitrapanesi e dobbiamo unirci per ottenere il risultato auspicato.»
Durante il meeting molti sono stati i temi affrontati: tra tutti il Castello della Colombaia per il quale Samonà ha assicurato «il massimo impegno dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali per la valorizzazione e fruizione di questo luogo, fra i principali simboli di Trapani».
All’incontro, al quale hanno preso parte il commissario provinciale della Lega, Bartolo Giglio, quello comunale, Marcello Campione, la responsabile regionale enti locali Maricò Hopps e il responsabile regionale attività produttive Annibale Chiriaco, si è parlato anche del secondo relitto di Marausa, la nave antica scoperta nei bassi fondali davanti alla foce del fiume Birgi, e quello del più ampio recupero dei beni culturali trapanesi come il Villino Nasi e Palazzo della Vicaria, due immobili di rilevanza storico artistica, di proprietà del Libero Consorzio dei Comuni, e del complesso Monumentale del San Domenico.
Sul tavolo anche i prossimi lavori di restauro della facciata di Torre di Ligny, grazie ad un finanziamento del Gal Elimos, e il Lazzaretto.
L’occasione ha dato modo all’Assessore d’Alì di precisare come «la cultura ha una capacità trasformativa che può andare al di là dell’ambito culturale e condurre tutto il territorio in un processo di evoluzione sociale, economico e pedagogico contribuendo a diffondere un sentimento di passione, senso civico e soprattutto di comunità . È necessario fare sistema tra istituzioni, munirsi di progettualità concreta e aprirsi all’innovazione»