Come da disposizioni del dipartimento Libertà civili del Ministero dell’Interno la nave quarantena è in ancorata al largo del porto di Trapani con a bordo 700 migranti. La capienza massima. Al momento, e fino a domani, resterà in rada osservando le norme anticovid e autorizzata ad entrare in porto solo per le esigenze di carico viveri, acqua, e lo smaltimento dei rifiuti.
L’ingresso del porto è sotto attenta osservazione del Prefetto di Trapani, Ricciardi, e del sindaco della città che si trovano alla Capitaneria per monitorare la situazione.
La stessa che i cittadini trapanesi sperano non sfugga di mano visti gli ultimi fatti di cronaca che hanno destato preoccupazione nell’isola dopo gli sbarchi e le fughe di migranti positivi a Lampedusa, Porto Empedocle o a Pozzallo. Hotspot al collasso che hanno fatto finalmente guardare Roma verso l’emergenza siciliana dopo i ripetuti appelli del governatore Musumeci.
Ed oggi il termometro delle preoccupazioni si alza insieme a quello delle temperature e all’arrivo di Ferragosto quando in città, le presenze aumentano come la paura per il rischio dei contagi impennati anche per la rilassatezza dei comportamenti dei siciliani (QUI) tanto che Musumeci sarebbe pronto a richiudere l’isola. (QUI)
Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, intanto, insieme alla Prefettura, ha emanato un’ordinanza, parallela a quella del governatore Musumeci (QUI) con la quale impone il divieto di sbarcare a tutti gli ospiti presenti sulla nave Azzurra. In base a tale ordinanza, i migranti potranno toccare la terra ferma solo dopo il 18 agosto. Un primo turnover di chi ha ufficialmente terminato la quarantena poiché imbarcati intorno al 4-5 agosto.
E mentre Prefettura e Sindaco rassicurano sulla situazione, dicendo di avere tutto sotto controllo sul piano tecnico e sanitario, tante restano le decisioni da prendere in merito alle etnie: a bordo, infatti, ci sarebbero tunisini che non sono richiedenti asilo e una minore percentuale di subsahariani che hanno chiesto protezione internazionale e dovranno essere inseriti nei centri di accoglienza straordinaria.
Per loro si paventa la possibilità di un’allocazione nei padiglioni di Vigna Verde, a Milo ma le decisioni sono in divenire tante restano le possibilità da valutare.
Una possibilità, questa, che non piace a Bartolo Giglio coordinatore provinciale della Lega il quale lancia un grido di allarme rispetto a questa possibilità visto quanto successo in altre parti della Sicilia.