Nessuno metterà in valigia passaporti e protocolli per le vacanze che inizieranno ufficialmente (e mai così in anticipo, o in ritardo come quest’anno, dipende dai punti di vista) il 3 giugno. Almeno è quello che ha stabilito il governo liquidando le richieste di Solinas e Musumeci. Anche per la Sicilia che riapre ufficialmente domani, mercoledì 3 giugno, senza protocolli ma con App, facoltativa, che permetterà ai turisti di restare in contatto col personale sanitario dell’Unità sanitaria turistica. Palazzo Chigi lo aveva detto chiaro: impossibile contenere il virus secondo le proposte isolane (di Sardegna e Sicilia), un pò per limitazioni di privacy, un pò, aveva quasi sbottato l’esecutivo, perché tamponi o test fatti anche solo il giorno prima di una partenza, non sarebbero garanzia per nessuno. Il virus, infatti si potrebbe contrarre all’aeroporto, in nave, sul treno e, qualora un test si dovesse ripetere all’arrivo delle mete scelte per le vacanze, non farebbe da garante per la serenità vacanziera. Il titolare della salute Speranza ha poi ribadito «il rischio c’è, e sarebbe sbagliato non riconoscerlo». (alla luce dei dati odierni)
Il virus potrebbe farci risultare negativi al test giorno “x” ed essere in incubazione dentro di noi così da renderci positivi qualche giorno dopo. Il tutto mentre le categorie di virologi, scientifici ed epidemiologi in queste ore siano, anche loro, in disaccordo sulla virulenza, la diffusione e l’aggressività del covid-19 che, resta: clinicamente smorzato, patologicamente attivo.
Tra riflettori e palcoscenici intervallati dai protagonisti del momento, regioni ed esecutivo nel frattempo si sono scambiati domande e risposte davanti a noi, pubblico, in attesa di sapere che fare. Una fumata bianca sulla querelle “vacanze“, che di fatto riguarderebbe la nostra salute e metterebbe a rischio la precarietà di quei sistemi sanitari blindati al punto da averci fatto assistere a scene come quelle del sindaco di Messina pronto a immolare il suo corpo pur di non fare accedere nessuno all’interno dell’isola, è arrivata con i tracciamenti. Nessun nuovo decreto, come quello che ci si aspettava in queste ore, fa sapere palazzo Chigi: «la libertà di movimento è già stata sancita dal provvedimento del 18 maggio» anche se oggi, il Premier Conte potrebbe rivolgere un appello agli italiani in merito alla responsabilità individuale per questa nuova fase.
Così si riapre. La quarantena, che fino a ieri era obbligatoria, oggi viene accantonata lasciando il posto alla ripresa dell’economia, con la consapevolezza del rischio.
Cosa succede in Sicilia? «il turista si fa registrare come tutti coloro che prendono un treno e un aereo. E ha il diritto di scaricare una app, “Sicilia sicura”, con la quale può farsi accompagnare dal nostro sistema sanitario. Una app – spiega il presidente Musumeci – assolutamente facoltativa».
Insomma, come se non bastasse già Immuni, scaricabile da ieri sui sistemi Apple e Android ma attiva dall’8 giugno anche se non in tutto il Paese, Musumeci suggerisce una nuova App “Sicilia Sicura”, proponendola, come Immuni, in maniera facoltativa, per essere “tracciati” dal sistema sanitario siciliano inserendo dati in merito a stato di salute, spostamenti ed eventuali casi di coronavirus in famiglia. Qualora si presentassero stati febbrili, poi, il turista tramite “Sicilia Sicura” si metterà in contatto con i medici della centrale operativa del Bonino Pulejo di Messina. «Per entrare in Sicilia basterà un documento, non ci saranno test aggiuntivi rispetto all’attuale uso del termoscanner. E chi arriva, se vuole, in maniera assolutamente facoltativa, può accedere all’app “Sicilia sicura” con la quale resta in contatto durante tutto il suo soggiorno nell’Isola con il nostro sistema sanitario regionale. Se il turista vuole sentirsi accompagnato durante la sua presenza, per sé o col pediatra per il figlio, può benissimo farlo perché in ognuna delle nove province della Sicilia stiamo istituendo l’Unità sanitaria turistica: un sistema di contatto immediato per chi dovesse avere bisogno, per qualunque ragione, di assistenza sanitaria al di là di quella ordinariamente offerta», ha chiarito Musumeci.
Ovviamente, come nel resto d’Italia, restano attivi i controlli della temperatura in porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e alberghi che dovranno controllare giornalmente la temperatura dei propri clienti.
Al lavoro con il Presidente Musumeci, Bertolaso arrivato direttamente dalla Lombardia dove, tra l’altro, in piena emergenza covid, era stata lanciata una app dalla regione in collaborazione con la Protezione Civile (AllertaLomb), per tracciare lo stato di salute della popolazione: «In questo momento stiamo lavorando sotto il coordinamento di Guido Bertolaso per mettere su un protocollo di sicurezza, dal 5 giugno saremo operativi».
Intanto oggi si attende la nuova ordinanza siciliana perché la precedente fissava al 7 giugno, e non al 3, la riapertura dell’isola.
Nel frattempo dando massima fiducia ai medici e al personale sanitario dell’isola, un dubbio sul sistema sanitario resta. Perplessità dovuta non certo ai recenti fatti di cronaca legati allo scandalo “Sorella Sanità” ma alla precarietà di un sistema che proprio lo stesso Musumeci, ha protetto tanto da sigillare l’isola con un criterio precauzionale e di allerta che, per certi aspetti, superava quello di una zona rossa. Ha lasciato fuori dai confini studenti fuori sede, lavoratori siciliani, figli di quella stessa Trinacria che oggi, riapre con un App, facoltativa e che è, addirittura, pronta a fare festa riaprendo le discoteche l’8 giugno (con la mascherina).
Nell’ordinanza attualmente in vigore si legge: «Le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli, con la presenza di pubblico – ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico e fieristico, nonché ogni attività convegnistica o congressuale, in luogo pubblico o aperto al pubblico, sono autorizzate a partire dall’8 giugno 2020. Nella stessa data dell’8 giugno 2020 è, altresì, autorizzata l’apertura delle c.d. discoteche, dei teatri e dei cinema all’aperto, per le quali attività dovranno essere emanate apposite linee guida regionali e, in ogni caso, esse dovranno svolgersi nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 17 maggio 2020»
Proprio ieri a Palermo quattro locali, tre a piazzetta della Canna e uno in via La Lumia, sono stati multati e chiusi per cinque giorni dalla polizia municipale nell’ambito dei controlli per il rispetto delle misure di contenimento del Covid-19. Oltre alla chiusura, i gestori sono stati sanzionati per un importo di 400 euro «poiché non venivano rispettate le linee guida per il contenimento del contagio. Davanti ai locali infatti si sono registrati assembramenti con gli avventori che consumavano bevande senza rispettare la distanza interpersonale o sostavano senza alcun dispositivo di protezione», hanno affermato i vigili. Rispetto all’App Sicilia Sicura e rispetto alle ripartenze, quanto davvero si vuol fare ripartire e quanto si potrà tracciare? Quante persone sono state predisposte in giro per le città per far rispettare le regole (che non è sanzionare). Il rispetto rima con misura e con educazione. Forse, dopo, prima o in concomitanza delle App, bisognava prevedere un sistema di sicurezza altro, capace di controllare la gestione dei flussi esistenti e quelli in previsione delle vacanze.