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    Maria Paola: trapanese, studentessa universitaria fuorisede, rimasta a Torino in quarantena

    Le storie dei trapanesi rimasti al nord si lasciano raccontare una dopo l’altra con orgoglio. Non ci sono solo gli adulti ma anche i giovani che hanno scommesso sul loro futuro altrove. E’ il caso di Maria Paola, al primo anno universitario, di un anno bisestile, a Torino. Magari lo immaginava diverso ma sicuramente dopo questa esperienza potrà superare tutti gli esami che la vita le metterà davanti…

    Sei tra le poche studentesse fuori sede rimaste in quarantena a Torino. Scelta saggia nonostante i tuoi conterranei siano tornati a casa. Come mai non hai seguito il “gregge”?

    Ho preso la decisione di non tornare nella mia terra per non mettere in pericolo la mia famiglia. Ho visto che la maggior parte dei casi di coronavirus al sud deriva dal fatto che molte persone fuorisede hanno scelto di tornare nella propria città, e dunque ho preferito non prendere parte a questa migrazione.

    Come hai vissuto la crescita di questa emergenza nella tua città, com’è cambiata Torino?

    Torino è decisamente molto più deserta. Prima ero abituata a vedere bambini spensierati che passavano i pomeriggi nei parchi, cani che correvano e giocavano con i loro padroni al Parco del Valentino, coppie passeggiare lungo la riva del Po e gente fare shopping nelle vie più famose del centro come via Roma, via Garibaldi oppure via Po, dove si trova la fermata dell’autobus che prendevo per tornare a casa dopo una lunga giornata universitaria trascorsa a Palazzo Nuovo.

    Cosa hai provato e cosa hai fatto per sopravvivere alla paura/lockdown?

    Devo ammettere, e non me ne vergogno, di aver avuto una crisi di nervi quando, per la sicurezza di tutti, è stato concesso ai cittadini di uscire solo in caso di necessità. Mi sentivo, e mi sento tutt’ora, come se fossi in trappola, dove l’unica boccata d’aria è la meravigliosa uscita per andar a fare la spesa.

    Non credo che ci sia un metodo per sopravvivere all’angoscia che questa situazione ci provoca, semplicemente te ne convinci e fai del tuo meglio per abituarti, sperando vivamente che andrà tutto bene.

    Cosa fai e cosa hai fatto nei momenti di sconforto, quando ti mancava tanto la tua famiglia e la tua Trapani?

    Nei momenti di sconforto, sono state fondamentali le chiamate con il mio ragazzo, i mie parenti, gli amici e soprattutto con la mia famiglia. E chi ha un genitore apprensivo come mia madre, saprà per certo che almeno una telefonata al giorno è d’obbligo.

    Delle volte, oltre alle persone che vivono a Trapani, mi manca proprio la città stessa. Mi mancano tutti i suoi difetti e soprattutto mi manca il mare. Quando passavo un periodo triste e avevo bisogno di uscire per riflettere un po’, cercavo sempre un posto vicino al mare come ad esempio Torre di Ligny. Sentire la brezza del mare mi rilassava e mi aiutava a chiarire le idee, era un vero toccasana per la mente. E sicuramente, se non ci fosse stata l’emergenza da Coronavirus, quello sarebbe stato il primo posto dove sarei andata una volta scesa in Sicilia per le vacanze di Pasqua. Quello che posso fare adesso, da vera nostalgica, è tirar fuori delle vecchie foto di Trapani e guardarle.

    Cosa studi a Torino e a che anno sei?

    Frequento il primo anno alla facoltà di “Lingue e letterature moderne” all’università di Torino. Ho iniziato questa nuova avventura con coraggio e determinazione, e anche se ho avuto qualche difficoltà, ho trovato qui a Torino delle persone davvero squisite con cui ho condiviso bei momenti, che però sono finiti presto a causa del coronavirus. A malincuore, affermo dunque che la mia prima esperienza da universitaria lontana da casa non è stata di sicuro una delle migliori.

    Come ti trovi con le videolezioni? Funzionano o ci sono delle difficoltà tecniche / di gestione?

    Le videolezioni mi piacciono e sarebbero pure molto comode se i problemi di connessione o di malfunzionamento dei siti e delle app non rendessero tutto ciò un vero dramma. Assisto spesso a lezioni dove il “ mi sentite? Mi vedete tutti?” dell’insegnante e il “ prof, mi scusi, la connessione era andata via” sono una routine e anche i video delle lezioni caricate dai docenti fanno spesso i capricci e a noi studenti tocca aspettare ore o addirittura un giorno intero per vedere quella benedetta lezione.

    Come pensi sia stato gestito il problema nella Regione Piemonte e come nella Regione Sicilia?

    Da quanto ne so, entrambe le regioni stanno gestendo bene la situazione. All’inizio ero un po’ contrariata dal fatto che Musumeci, presidente della Regione Siciliana, avesse impedito ad altri fuorisede come me di fare ritorno nella propria città natale, ma devo ammettere che invece ha dovuto compiere un’azione necessaria per il bene della Sicilia nonostante per me significhi stare lontano dalla mia famiglia.

    E’ stato varato un aiuto per gli studenti fuori sede relativo agli affitti (sospensione), ne approfitterai o vale solo per gli alloggi universitari?

    Non so granché sugli alloggi universitari, ma so per certo che chi ha lasciato l’appartamento dove abitava, continua a pagarne l’affitto nonostante non sia presente in casa. L’unica agevolazione è sulle spese di consumo come luce, gas ed ecc. , ma questo dipende anche dal tipo di contratto stipulato dal proprietario che ha affittato l’appartamento.

    Vivi da sola o condividi l’appartamento con altre persone?

    Attualmente vivo da sola, la mia coinquilina è riuscita a tornare in tempo dalla sua famiglia.

    Come hai passato Pasqua e Pasquetta e che programmi hai per 25 aprile e 1° maggio?

    Ho passato Pasqua e Pasquetta facendo videochiamate con un po’  tutti i miei amici e familiari e anche dilettandomi in cucina e credo che farò  lo stesso anche il 25 aprile e il primo maggio. Ho anche intenzione di guardare un film con il mio ragazzo tramite la condivisione dello schermo del computer dal quale vedremo il film, così è come se lo guardassimo insieme. Ringrazio l’esistenza della tecnologica, non credo che riuscirei a vivere senza di lei, soprattutto in questo periodo dove è fondamentale comunicare con gli altri.

    Quale sarà la prima cosa che farai quando si potrà tornare alla vita normale?

    Sicuramente sarà uscire con il mio ragazzo e con i miei amici torinesi. E, non appena sarà possibile, prendere il primo aereo per tornare a Trapani.

    Come hai vissuto la tua quarantena (studio a parte)? Cosa hai riscoperto?

    Durante la quarantena, ho scoperto che se l’amore e le amicizie sono vere, sopravvivono anche al tempo e alla distanza. Ho riscoperto l’amore per la lettura, ho visto tanti film e serie tv e ho scoperto che in cucina non me la cavo così male come pensavo. Ma, cosa più importante, ho imparato a saper vivere con me stessa, a conoscermi meglio e a far della solitudine una piacevole compagnia.

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