Si aggiorna di nuove disposizioni l’ordinanza emessa nella tarda serata di ieri, giovedì 30 luglio, per i Prefetti siciliani dal governatore della Sicilia, Nello Musumeci, sul fronte migranti. Il Presidente ha infatti aggiunto due commi all’articolo 1 della Ordinanza emessa il 14 luglio scorso (QUI) e che riguarda proprio i rappresentanti del governo nell’isola. All’ordinanza è stato aggiunto il comma 3, dove si legge: «Nel caso in cui le Autorità di governo non abbiamo predisposto adeguate ’navi quarantena’, ovvero nel caso in cui le stesse sono complete nel numero massimo dei posti disponibili, il prefetto competente per territorio attiva le procedure previste per la distribuzione dei migranti sull’intero territorio nazionale informando il Ministero dell’Interno e individua una struttura per l’eventuale ospitalità dei migranti in transito verso altre destinazioni».
E nel comma successivo: «Al fine di evitare assembramenti di persone anche alla luce del crescente contagio tra i cittadini stranieri giunti sul territorio è fatto divieto di indovinare qualsivoglia struttura di passaggio in contrasto con le linee guida nazionali sulla distanza minima di 1,5 metri tra ciascun ospite».
E sulla questione “sbarchi” il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio in un’intervista al Corriere della Sera dichiara «La questione degli sbarchi, unita al rischio sanitario con la pandemia è un tema di sicurezza nazionale. Quanto accaduto a Caltanissetta e a Porto Empedocle deve far pensare, i cittadini chiedono giustamente delle risposte e il dovere di uno Stato è darle quelle risposte, lavorando per risolvere il problema alla radice.» Di Maio afferma ancora «bisogna lavorare subito ad un accordo con le autorità tunisine affinché sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate, perché le imbarcazioni che stanno arrivando sono di questo tipo qui, cosiddette fantasma, spesso fuggono ai radar».
E che «Il momento è molto delicato», lo ha fatto presente anche la ministra Lamorgese – ha continuato Di Maio – C’è una fase di instabilità politica in Tunisia che sta alimentando gli arrivi verso l’Italia e noi non dobbiamo pensare a come fermare gli sbarchi, ma a come bloccare le partenze. Questo è il nodo che stiamo affrontando già a livello governativo. Anche perché la Tunisia è un Paese sicuro e chi parte per l’Italia viene rimpatriato».
Per quanto riguarda l’azione del governo, il ministro sottolinea che «il piano da avanzare è articolato. Intanto va portato avanti il negoziato per un nuovo accordo in materia migratoria e presto io stesso andrò a Tunisi per affrontare il tema, ma prima voglio i fatti».