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    Migranti ospiti a Villa Sant’Andrea, botta e risposta tra il consigliere Pagoto e il Sindaco

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    Poco più di un mese fa il consigliere Alessandro Pagoto del movimento Uniti per il Futuro, interrogava il Sindaco Mino Spezia in merito alla trasformazione dell’hotel Villa Sant’Andrea (ex Villa Nazareth) in un Centro accoglienza migranti, per conoscere la posizione dell’amministrazione comunale in merito e per “le perplessità e i timori raccolti tra molti cittadinisui possibili disagi dovuti alla collocazione logistica del centro di accoglienza nel pieno centro cittadino e sul verificarsi, quasi all’insaputa della nostra comunità, di un tentativo di integrazione così repentino e quantitativamente notevole di migranti nel territorio comunale” -inoltre- “la struttura ospitante nasce come hotel e, quindi, dovrebbe operare, piuttosto, nell’ottica della promozione e attrazione turistica nel territorio valdericino“.

    Pagoto tra le altre cose chiedeva anche di sapere quali “progetti abbia, eventualmente, il Comune di Valderice per favorire una sana convivenza con gli extracomunitari che saranno ospitati all’hotel “Villa Sant’Andrea” piuttosto che lasciare che attendano nell’ozio e, in definitiva, nell’isolamento – ampiamente constatati già in altre realtà del nostro stesso territorio (centro di Bonagia) – o, peggio, a chiedere l’elemosina davanti a supermercati ed esercizi commerciali, i risultati del loro iter burocratico”, e si dice “convinto che l’unico baluardo contro la xenofobia ed il razzismo sia assicurare la possibile conoscenza reciproca e, soprattutto, il rispetto delle regole della convivenza civile, sia da parte di coloro che arrivano sul territorio sia, ovviamente, da parte dei suoi cittadini”. 

    A distanza di qualche giorno arrivava la risposta del Sindaco che attaccando il consigliere sul piano personale replicava:

    “(…) è quantomeno curioso che problematiche di questo tipo le sollevi un consigliere che, tradizionalmente, ha fatto della vita ecclesiastica un suo baluardo. Probabilmente non ha il tempo di ascoltare ciò che Papa Francesco va dicendo in tutte le sedi e in tutti i modi.
    Infatti, proprio di recente il Pontefice nel suo intervento all’Europarlamento ha affermato con forza:
    “….i migranti vanno accolti….” e “…il Mediterraneo non diventi un cimitero…”. Evidentemente, e aggiungerei per fortuna, non si era consultato con Lei”. (…) Non ci si può indignare, ipocritamente, dinanzi ad eventi luttuosi come quelli che, purtroppo, sempre più spesso accadono a pochi chilometri dalle nostre coste per poi voltarsi dall’altra parte quando è richiesto il sostegno di “chi sta meglio”. Non ci si può battere il petto in Chiesa per poi, sottovoce, affermare che il problema non è nostro. Il dramma di una persona che lascia la sua terra e rischia la propria vita per attraversare il mare su un’imbarcazione di fortuna stipata all’inverosimile insieme ad altre centinaia di persone è anche il nostro dramma ed il nostro impegno è finalizzato a fare in modo che a questa persona venga data accoglienza, nonché il diritto di sentirsi membro di una nuova comunità, insieme ovviamente al dovere di rispettarne le leggi (…) “Noi siamo stati terra d’emigrazione – commenta Spezia – siamo un popolo che sa cosa vuol dire lasciare la propria terra, i propri cari per cercare una vita migliore a migliaia di chilometri di distanza. Pochi lo sanno come noi e siamo riusciti, pur fra tante difficoltà, ad affermarci nei “mondi” in cui siamo andati”. (…). i Centri di accoglienza straordinaria (C.A.S.) sono pianificati dalla Direzione Centrale dei Servizi Civili per l’Immigrazione e l’Asilo e sono gestiti a cura delle Prefetture tramite convenzioni con enti, associazioni o cooperative. La Prefettura, in questo modo, cerca di dare delle risposte per evitare l’uso di strutture improprie come stadi, palestre, e caserme etc. I C.A.S., quindi, nascono all’interno della logica della gestione emergenziale dell’immigrazione e si tratta di strutture di varia natura il cui gestore stipula una convenzione con la Prefettura e si impegna ad erogare un servizio di accoglienza. Si puntualizza che per la sottoscrizione della convenzione, non risulta necessario il parere o il rilascio del nulla osta da parte dell’Amministrazione Comunale. Nel caso che ci occupa la Cooperativa Sociale “ Badia Grande”, che gestisce l’Hotel Villa Sant’Andrea, opera in virtù di una precedente convenzione che la stessa Cooperativa aveva sottoscritto, nel 2013, con la Prefettura”.
    “Per quanto attiene la possibilità che l’aumento del numero dei migranti nella nostra cittadina possa generare nella popolazione autoctona disorientamento e paura, divenendo fattore di destabilizzazione della convivenza a livello locale”, il sindaco di Valderice “ritiene, al contrario, che possa essere un’occasione di scambio culturale ed un valore aggiunto per la crescita della nostra comunità. Ovviamente, la conoscenza dell’immigrato è alla base dell’integrazione.
    Siamo pienamente consapevoli che bisogna da un lato fornire sostegno agli immigrati nel processo di inserimento nel tessuto sociale, economico e culturale del territorio (in atto alcuni di loro sono impegnati in attività di utilità sociale sul nostro territorio), dall’altro bisogna identificare dei percorsi, degli strumenti utili a sostenere il dialogo con la popolazione locale.
    E’ indubbio che non basti tutelare i diritti degli immigrati, ma occorre anche sostenere i cittadini che
    vivono con difficoltà il cambiamento, garantendone l’ascolto e il doveroso sostegno, nonché, qualora necessario, l’ordine pubblico”.
    “In merito alla paventata impossibilità di prevedere la promozione turistica del territorio e alla difficoltà di fare in modo che Valderice divenga un “paese più europeo”, Spezia ritiene i “timori palesemente infondati. Non sarà, a mio sommesso avviso, l’impossibilità di utilizzare l’hotel “Villa Sant’Andrea” a bloccare la presenza a Valderice dei turisti, che potranno tranquillamente essere ospitati nelle numerose strutture ricettive presenti in loco. Evidenzio infine ove ce ne fosse ancora bisogno, che l’ineguaglianza non è stabilita da fattori di natura biologica quanto da prescrizioni socialmente imposte e che è molto più semplice cavalcare paure e timori di una comunità, soprattutto in momenti di difficoltà economiche, e rincorrere l’antropologica paura “del diverso” per approdare a populistiche e demagogiche conclusioni, ma è dovere di tutti, a maggior ragione di chi svolge un ruolo pubblico, non giocare a dividere per becere azioni elettorali. La nostra comunità, ha sempre dato prova di grandissima solidarietà ed umanità e sono convinto continuerà in questa direzione”.

    Una replica che non dev’essere bastata a Pagoto e che oggi re-interroga il Sindaco sulla questione (di seguito l’interrogazione integrale così come è stata presentata):

    Il sottoscritto Alessandro Pagoto, nella qualità di consigliere comunale, considerato:

    – la sua nota in risposta alla mia precedente interrogazione sulla tematica migranti, intrisa di mera ed opportunistica demagogia, volta unicamente a screditare la moralità di un cittadino che riveste una carica pubblica e che fa di essa lo strumento di espressione degli interessi della collettività;

    – la Sua estrema superficialità nell’affrontare tematiche così delicate (come l’emergenza nazionale ed europea che riguarda i migranti, nonché l’obbligo di solidarietà di ogni cittadino nei confronti di chi sta peggio) e l’altrettanta facilità con cui fa di questi argomenti baluardo per etichettare il mio intervento precedente di xenofobia e razzismo. La mia interrogazione, lo ribadisco, mira elusivamente ad avere risposte pratiche e concrete sulla presenza, in un contesto urbano ben specifico, quale è l’hotel Villa Sant’Andrea, di almeno 150 extracomunitari in fase di prima accoglienza, stante le numerose criticità registrate in analoga struttura a Bonagia, sempre nel territorio di Valderice);

    – che Lei scomoda addirittura il Santo Padre, citando inopportunamente le sue parole al solo fine di ricercare consenso, data la totale mancanza di sfondo xenofobo della mia precedente interrogazione, e le cala a sproposito nel contesto del nostro territorio ritrovandosi in esse e nei principi che richiamano solo quando occorre;

    – da un lato i Suoi analitici riferimenti ad articoli di convenzioni internazionali, dall’altro i collegamenti con l’esperienza della migrazione che coinvolse il nostro popolo del tutto fuorvianti perché svoltisi in contesti storici e con modalità differenti dall’arrivo indiscriminato di migranti sulle coste siciliane (un paragone non può essere fatto perché il flusso migratorio che interessò i nostri avi era regolato e sottoposto a controlli da parte dei Paesi di destinazione [vedesi Ellis Island a New York, tanto per citare l’esempio più noto] e non indiscriminato perché determinato da emergenze umanitarie di varia natura e controllato da bande criminali sul l’altro lato del Mediterraneo), le Sue risposte risultano generiche, come primo cittadino, ai ben determinati quesiti posti nella mia interrogazione per conto dei cittadini di Valderice;

    – la Sua consapevolezza della necessità di garantire ai migranti un’integrazione, ma, d’altro canto, la mancanza di risposte concrete in merito alle modalità con cui questa integrazione possa svilupparsi, soprattutto a fronte del numero di persone che potranno essere presenti nella struttura di Villa Sant’Andrea (almeno 150);

    – la vocazione turistica del Comune di Valderice e la conseguente tassa di soggiorno che si potrà applicare da parte delle strutture ricettive del territorio per far fronte, come da Lei stesso precisato, agli impegni di co-marketing a sostegno dell’aeroporto di Birgi;

    – quali siano i progetti dell’amministrazione comunale, ma anche della cooperativa “Badia Grande” che gestisce il CAS di Villa Sant’Andrea, volti a garantire una regolata permanenza e la reale e proficua integrazione delle persone ospitate (per mesi, quando non per un intero anno, come ancora accade) su un territorio che offre, purtroppo, scarsissime opportunità di occupazione (anche ai suoi stessi cittadini), la conoscenza e il rispetto reciproci – di cui trattavo nella mia precedente interrogazione – da Lei citati nella sua nota di risposta;

    – quali siano le modalità con cui la tassa di soggiorno potrà, eventualmente, essere versata nelle casse comunali da chi ottiene dallo Stato gli introiti per la gestione del centro migranti e considerare l’ipotesi che tale entrata oltre che essere destinata agli impegni di co-marketing a sostegno dell’aeroporto di Birgi, possa generare un utile per alleggerire il carico fiscale sui cittadini valdericini.

     

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