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    Mirko, dalla sua camera valdericina, in collegamento con Verona, si laurea davanti al pc

    Da poche ore è scattata la fase 2 che tutti aspettavamo da un pezzo. Ad essere sinceri non sappiamo cosa ci aspetta. L’unica cosa certa è che inizieremo a scrivere un nuovo capitolo della storia covid-19, nata come “semplice influenza” a febbraio, evoluta come “epidemia” e scoppiata come “pandemia internazionale”. Una storia che lascia dietro di sé tanta gente, molta paura e, si spera, grandi insegnamenti.

    Ad aprirci una pagina della sua vita è Mirko, ventitreenne di Valderice. Mirko come tanti suoi coetanei, ha scelto di seguire la sua passione e, con la benedizione della famiglia, è andato a studiare a Verona. Dipartimento di Progettazione e Arti applicate. Facoltà di Progettazione Artistiche per l’Impresa. Corso di Design. In Veneto gli anni scorrono veloci come l’Adige che l’attraversa. Nella città che fu di Romeo e Giulietta il tempo lo impiega sui libri ma anche aprendosi alla vita ed alle nuove esperienze che questa città offre. Cresce, sogna, fa progetti, matura, acquisisce competenze fino ad arrivare ad oggi, che è già ieri pensando fiducioso a domani. Nonostante tutto. Perché questa è la storia del futuro, in fasi, al giorno d’oggi.

    Aspettavi la tua famiglia che aveva già prenotato aereo e albergo, per assistere alla discussione della tua tesi invece…

    Tutto cominciò sabato 22 febbraio, alla sera, mentre stavo ripassando il discorso per la discussione della tesi mi arriva un messaggio da dei miei colleghi dove girava la voce che forse avrebbero chiuso le università. La mia famiglia aveva il volo per venire a Verona domenica 23 febbraio in quanto la data della discussione era fissata per il 25. La mattina del 23 febbraio alle 9 mi sveglio con una telefonata dalla segreteria dell’Accademia dove mi comunicavano che tutte le lauree erano state annullate per emergenza covid-19. Quindi ho chiamato subito casa per comunicare la novità e a malincuore hanno disfatto le valigie, con la speranza che sarebbero potuti venire la settimana successiva.

    Di fatto ti hanno praticamente rispedito a casa e messo in stan-by…lo stato d’ansia a quel punto, tra pandemia e laurea, a che livello è arrivato?

    Beh in realtà il motivo che mi ha spinto a tornare a casa è stato conseguente ai programmi che mi ero stabilito un mese prima. Avevo disdetto il contratto di affitto dell’appartamento per la settimana successiva alla laurea e preso il biglietto per scendere in Sicilia, ancora i primi di febbraio. Avevo i miei programmi, tornare per qualche settimana a trovare la famiglia e poi ripartire. Visto l’annullamento delle lauree non sapevo se rimanere o tornare, alla fine ho optato per la seconda dato che lo stand-by sarebbe stato più lungo del previsto.  Di fatto non avevo più una casa e avrei dovuto cercare qualcosa per tamponare. Lo stato d’ansia è salito e sceso in modo altalenante. Da un lato c’era l’ansia che diminuiva pensando al non dover discutere la tesi; da un altro lato, però, c’era rabbia : dopo tre anni di studio, tanti sacrifici e obiettivi prefissati non poter discutere la tesi era come una sorta di mancanza al mio percorso di studi.

    Poi che è successo?

    La mattina del 3 marzo, come programmato, sono andato in aeroporto per tornare in “patria”. Vista la situazione che peggiorava mi aspettavo che ci fossero molti controlli sia alla partenza sia all’arrivo ma, stranamente nulla, nessun tipo di controllo né a Verona, né a Palermo. Questo mi faceva pensare che forse stessero soltanto ingigantendo il tutto. L’unico pensiero che avevo era “Perché dicono che la situazione è gravissima se poi non fanno nemmeno i controlli in aeroporto?”.

    Cosa hai fatto quando sei atterrato in Sicilia? Hai dovuto rispettare un protocollo?

     

    Non appena atterrato ho comunicato al medico di famiglia che arrivavo dal nord Italia che, in gran parte, stava diventando zona rossa. Mi ha detto di fare una quarantena di 14 giorni per sicurezza, anche se, non accusavo nessun sintomo. Mi sono anche autodenunciato all’assessorato della salute Siciliana tramite un format da compilare per il sistema di monitoraggio dei rischi da covid-19 per quanto comunque fossi sceso prima dell’aumentare del contagio e per quanto la provincia di Verona non fosse zona rossa.

    Poi ti è stato fatto il tampone?

    No, niente tampone, visto che sono atterrato in Sicilia in data 3 Marzo. Dopo l’autodenuncia il Centro di Epidemiologia di Trapani mi ha contattato comunicandomi che tamponi e maggiori misure di sicurezza sarebbero state applicate a chi è arrivato sul territorio dal 13 Marzo in poi; per evitare ogni tipo di disagio ho comunque preferito seguire una quarantena di 14 giorni anche se non ero obbligato a farlo.

    Poi ti sei accorto che, invece, la situazione era grave?

    La mia personale no; non ho accusato nessun sintomo per tutta la durata della quarantena, stavo bene. Se intendi la situazione generale… beh sì, si stava aggravando ovunque. Da epidemia era diventata pandemia, tutto il nord Italia era diventato zona rossa e avevano bloccato tutto. In tutte le sfortune, comunque, mi sono sentito fortunato nell’aver preso la decisione di tornare a tempo debito. Lo avessi deciso anche solo una settimana dopo non avrei potuto; ma soprattutto non avrei voluto, per evitare di mettere in pericolo la mia famiglia.

    Nel frattempo, in quarantena, notizie da Verona?

    Le notizie da Verona arrivavano a singhiozzo. Ovviamente tutto il sistema universitario era in tilt, visti i problemi che hanno riscontrato e che hanno dovuto risolvere in così poco tempo. Ad un certo punto, ci viene comunicato che potevamo scegliere se laurearci a distanza o rimandare la laurea alla sessione successiva. Viste l’aumento delle problematiche, non mi è sembrato il caso di rimandare con la prospettiva che, anche a luglio, tutto sarebbe stato annullato, e di fatto così è stato: anche per la sessione di luglio sono programmate le lauree a distanza. Così ho accettato per la laurea a distanza.

     La notte prima “dell’esame” sei riuscito a dormire?

    Inaspettatamente sì, ho dormito senza alcun problema o preoccupazione. Comunque l’ansia di un colloquio informale in webcam con i professori, che mi hanno seguito durante tutto il mio percorso di studi e durante la stesura della tesi, non era minimamente paragonabile all’ansia che si può avere nel discutere la tesi davanti ad un’intera commissione e un pubblico di amici e parenti. 

    Ti saresti mai aspettato una proclamazione a dottore davanti ad un pc?


    Onestamente no. Immaginavo la mia laurea con la classica proclamazione e i festeggiamenti con parenti e amici. Invece abbiamo dovuto sostenere soltanto un colloquio con i relatori a cui abbiamo fatto avere tutto il materiale preparato per la discussione della tesi (tesi digitale, presentazione pdf, video, ecc..) e successivamente loro si sarebbero riuniti con la commissione a cui spettava la decisione del punteggio da attribuire a ogni tesi.

    Quale parte della casa hai scelto per il collegamento?

    Ho fatto il collegamento nella mia camera, su quella stessa scrivania su cui studiavo quando ero al Liceo, diciamo che è stato un ritorno al passato; volendo anche un po’ nostalgico.

    Ti sei vestito con giacca sopra e boxer sotto come tutti, a questo punto, farebbero in una call da casa nelle migliori serie tv?

    In realtà niente di tutto questo. Il colloquio con i miei relatori è stato molto informale. Poi è stato tutto deciso dalla commissione sulla base del materiale accolto e sulla stesura delle relazioni valutative dei relatori sui tesisti. Il look era quello che mi rappresenta: casual. Per la foto con la torta, invece ho “scelto” il look da quarantena con foto di rito d’affetto e non d’effetto.

    Quindi in che giorno ti sei laureato?

    Ufficialmente mi sarei dovuto laureare il 25 Febbraio. Comunque la data della laurea ufficiale (suppongo) sia quella di quando ci hanno fatto avere la votazione, quindi il 6 Aprile.

    I tuoi erano emozionati?

    Beh certo, come potevano non esserlo?! Chiaramente anche le loro aspettative di vedere il proprio figlio laurearsi di certo non erano quelle di vederlo in pigiama. Ma alla fine è l’obiettivo che conta.

    E tu?

    Se rispondessi di no mentirei. Ovviamente lo ero… comunque era la mia “laurea”. Ma non ero emozionato come quando due giorni prima della data ufficiale stavo ripetendo il discorso da esporre alla commissione…pensare di dover esporre ciò su cui avevo lavorato per sei lunghi mesi: quella era emozione!

    La tua festa di laurea?

    La mia “festa” di laurea diciamo che è stata inesistente. Il giorno che finalmente ci hanno comunicato il voto finale, il 6 aprile, ho festeggiato a casa con i miei genitori e mio fratello con una torta e la tradizionale corona d’alloro.
    Ci hanno però detto che alla riapertura verrà fatta la classica proclamazione formale per la firma del verbale. Quindi ho rimandato i festeggiamenti a data da destinarsi visto che ad oggi ancora non si sa quando riaprirà l’Accademia e riprenderà lo svolgimento della didattica.

    Cosa ti aspetti dal futuro?

    Beh ora come ora non ho grandissime aspettative. Spero soltanto che la situazione si risolva sia a livello sanitario, sia economico. L’auspicio è che tutti noi laureati-covid riusciamo a trovare un lavoro. Vorrei portare avanti gli obiettivi che ci eravamo prefissati prima di imbatterci in questa spiacevole situazione, come ad esempio poter frequentare il corso di laurea magistrale per poter concludere gli studi seguendo le lezioni fisicamente e non online.

    Cosa hai fatto il resto della giornata?

    Il resto del pomeriggio l’ho passato a leggere. Un aspetto positivo di questa quarantena e del dover stare a casa è stato riscoprire la lettura per il piacere di leggere e non con l’obiettivo di doverlo fare in vista di un esame!

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